Sabato 23 novembre, il Centro Valtiberino – o anche Centro Commerciale Valtiberino, come è più conosciuto a Sansepolcro e in zona – festeggerà i 30 anni dalla sua inaugurazione. Era appunto la seconda metà di novembre del 1994 quando aprì i battenti una struttura alquanto innovativa per quei tempi, quasi rivoluzionaria, che proiettava la città biturgense verso una futura concezione anche nel modo di fare commercio. Non esistevano più il supermercato, il negozio di abbigliamento o scarpe e l’oreficeria fisicamente distanti fra di essi, ma erano accorpati in un unico complesso al coperto, con anche il parcheggio sotterraneo, in modo tale che chiunque avrebbe potuto acquistare merce e beneficiare di servizi in uno stesso luogo fisico e anche in caso di pioggia o maltempo avrebbe evitato di bagnarsi.
Come ogni novità destinata a generare un inevitabile cambio di abitudini, a Sansepolcro il progetto del Centro Valtiberino aveva spaccato in due l’opinione pubblica fra i favorevoli e i contrari; da una parte c’era chi sollecitava il salto di qualità anche nel commercio, dall’altra c’era chi temeva una forte concorrenza che avrebbe potuto distruggere il commercio tradizionale del centro storico, provocando uno spostamento anche del movimento giornaliero dal corso principale del Borgo alla piazzetta coperta e ai corridoi del Centro Commerciale. Sappiamo poi quale piega ha preso il mondo in generale e del commercio in particolare; tanti i cambiamenti che si sono succeduti e che hanno modificato le grandi aspettative di allora, in particolare quelle ottimistiche. Certamente, nel 1994 avremmo potuto prevedere che 30 anni più tardi qualcosa sarebbe cambiato; nessuno, forse, avrebbe messo in preventivo un’evoluzione del genere e soprattutto il momento delicato di un comparto, quello del commercio, che per secoli ha connotato l’economia di Sansepolcro.
Ma perché si decise di realizzare il Centro Commerciale proprio nell’area del vecchio stabilimento Buitoni, che nel frattempo aveva già lasciato il posto al nuovo pastificio e allo stabile dei prodotti da forno nella zona industriale “Alto Tevere” di Santafiora e Gricignano? Ripercorriamo la storia di quel periodo (in partenza, siamo a cavallo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90), nel quale prese corpo la riconversione in chiave commerciale di un luogo che invece era stato quello produttivo per eccellenza.
Il ruolo determinante dei dieci imprenditori
Se lo stabilimento Buitoni era rimasto a Sansepolcro, con inaugurazione avvenuta nel 1988 alla presenza di Amintore Fanfani e dell’allora proprietario dell’azienda, Carlo De Benedetti (titolare del gruppo Cir), è perché i dieci più importanti imprenditori di Sansepolcro si erano riuniti fra loro per rilevare l’area poco fuori Porta del Castello nella quale la Buitoni aveva vissuto gli anni senza dubbio più gloriosi della sua lunga storia. Una condizione, questa, che era divenuta imprescindibile. I dieci in questione fondarono la società Valtiberina Spa ed erano i fratelli Vannini, Fabio Inghirami, Valentino Mercati e fratelli, Lucio Bonauguri, Ilvo Dori, Renzo Conti e famiglia, Dedalo Boninsegni e famiglia, Rolando Luzzi, Fiorenzo Pecorelli e la famiglia Tricca, proprietaria dell’hotel La Balestra. A Bonauguri era stata affidata la presidenza della Spa.
L’operazione dei dieci imprenditori aveva lo scopo di creare un qualcosa di nuovo a livello di servizi. In quell’area – appunto l’attuale Centro Valtiberino – si sarebbero dovute trasferire, oltre che alcuni esercizi commerciali, anche le scuole e la sede del Commissariato di Polizia ed erano previsti spazi per delle attività artigianali. Purtroppo, a causa di varie vicissitudini, non è stato possibile realizzare completamente il progetto iniziale così come era stato descritto, sebbene fosse stata scongiurata una crisi occupazionale – pensiamo a cosa sarebbe potuto accadere qualora fosse stato attuato il trasferimento della Buitoni in un’altra regione – e riqualificata un’area ex industriale che è divenuta parte integrante della città.
C’è chi ricorda bene, oltre trent’anni fa, il momento nel quale venne demolita la torre, uno dei simboli dello stabilimento assieme alla ciminiera, che è rimasta, anche se per motivi di sicurezza è stata ridotta nell’altezza. Nel marzo del 1992, l’anno del cinquecentenario della morte di Piero della Francesca, si tenne la cerimonia della simbolica posa della prima pietra, affidata al sindaco Luigino Sarti, che all’interno del blocco inserì la pergamena con i nomi dei dieci soci della Valtiberina Spa. I lavori procedettero con passo spedito: due anni e otto mesi in totale, prima della fatidica giornata dell’inaugurazione del centro, datata 24 novembre 1994.
Struttura sovradimensionata per Sansepolcro?
All’inizio degli anni ’90, l’edilizia era in auge a Sansepolcro e quindi l’idea di realizzare imponenti cubature era certamente allettante, ma in diversi sollevarono dubbi sull’opportunità o meno di un centro commerciale di queste proporzioni. Non solo: venne subito fatto presente come il centro storico e i suoi esercizi avrebbero pagato pesanti conseguenze; già in quel momento, infatti, la grande distribuzione aveva preso campo in città e per i negozi tradizionali ubicati dentro le mura stavano suonando i primi campanelli d’allarme. D’altronde, non era soltanto una questione di prezzi più concorrenziali, perché alla fine il grande spauracchio dei commercianti era questo: il consumatore, specie per determinati prodotti, è disposto ad anteporre il prezzo alla qualità o comunque a prediligere un rapporto più bilanciato fra l’una e l’altra componente, ragion per cui un ulteriore supermercato avrebbe inferto uno scacco importante ai tradizionali dettaglianti.
Ma non basta: il Centro Commerciale Valtiberino è posto a ridosso del centro storico e quindi in un contesto logistico ideale con tanto di comodo parcheggio, che è anche sotterraneo e quindi perfetto nelle giornate di pioggia, così come ideale è la piazza coperta e riscaldata nelle giornate di freddo e inoltre i bambini possono muoversi liberamente senza il pericolo delle auto. Dopo trent’anni, tuttavia, si ha la sensazione che le dimensioni della struttura siano forse eccessive in rapporto alle esigenze della città, al di là di quello che poi sarebbe successo dal 2008 in poi, con l’avvento della grande crisi. Alcuni esercizi funzionano, altri hanno resistito e altri ancora non ci sono più. Le prospettive di trent’anni fa non vennero formulate davanti alla sfera di cristallo: l’e-commerce era ancora lontano e la grande crisi non era ovviamente auspicata, ma resta pur sempre il fatto che a Sansepolcro ha continuato a proliferare la grande distribuzione e che quindi il sovradimensionamento è stato inevitabile, tanto che a inizio anni 2000 il rapporto fra superficie di vendita e abitanti era il più alto d’Italia, con 2,9 metri quadrati a disposizione del singolo biturgense. Oggi lo è senza dubbio di meno.
Tra spazi commerciali e servizi
Tornando per concludere al Centro Valtiberino, esercizi commerciali e servizi comunque vi sono; per qualcuno, che magari lavora nel complesso dell’ex Buitoni, può essere persino il luogo più comodo in assoluto, dal momento che qui può recarsi a fare acquisti al supermercato, oppure comprarsi l’abito, la tuta e le scarpe sportive, consumare il caffè al bar, pranzare nella pizzeria a taglio e comprarsi il giornale o giocare al lotto nell’edicola. Per ciò che riguarda i servizi, può contare su ufficio postale, filiale bancaria, sede dell’agenzia di assicurazioni, farmacia, laboratorio analisi, fotografo, orefice e, ai piani superiori, commercialista, casa della salute, centro fitness. Ci scusiamo se abbiamo dimenticato qualcuno. Insomma, una volta parcheggiata l’auto, c’è tutto quel che serve a portata di mano, in linea con una concezione originaria degli anni ’90 che al Centro Valtiberino ha trovato comunque applicazione, al di là degli spazi di vendita disponibili con tanto di “affittasi”. In estate si respira con l’aria condizionata, in inverno c’è il caldo all’interno di una struttura al coperto e al riparo dai pericoli della strada.