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Amedeo Andreani: cento anni dalla nascita del sindaco storico di Caprese Michelangelo

Fu lui a credere nel turismo e ad aprire “Il Cerro”, il primo ristorante del paese, ma anche a occuparsi di scuole e viabilità, risolvendo il problema dei collegamenti. Una grave malattia lo ha portato via a nemmeno 51 anni

Dopo Giovannino Fiori, del quale era di fatto un coetaneo (nemmeno due mesi di differenza) anche se il millesimo era diverso, un’altra figura importante di Caprese Michelangelo avrebbe compiuto 100 anni. Si tratta di Amedeo Andreani, lo storico sindaco del paese, nato il 23 febbraio 1925 e morto prematuramente nel 1975 (quindi il prossimo 2 ottobre sarà anche il 50esimo della scomparsa) con i 51 anni che ancora avrebbe dovuto compiere.

Per capire chi è stato Amedeo Andreani basterebbe già leggere la targa sul cartello della circonvallazione del Castello di Caprese, a lui doverosamente intitolata anche perché artefice della sua realizzazione; vi sono incide due date separate da un trattino: 1956-1975. Sono i 19 anni consecutivi nei quali Andreani ha guidato l’amministrazione comunale di Caprese, facendo compiere un salto di qualità alla patria di Michelangelo; con lui, infatti, si è cominciato a parlare per la prima volta di turismo, grazie in primis a Buonarroti e a creare quella fama di “capoluogo” gastronomico della Valtiberina che continua a conservare alla grande.

Andreani, di professione insegnante elementare, è divenuto poi sindaco e anche ristoratore. Nel settembre del 1964, infatti, è stato lui ad aprire il ristorante “Il Cerro”, il primo in una Caprese abitata da circa 3mila persone (quasi il doppio di oggi), che tuttora costituisce per tutti i buongustai un nome e una garanzia. Curiosa la circostanza che lo portò a cimentarsi in questa avventura: ebbe l’idea di costruire il locale, ma poi non riusciva a trovare chi prendesse l’attività e allora Amintore Fanfani gli disse: “Se non trovi nessuno, fallo tu!”. E intanto, aveva mersso in azione il girarrosto per i tanti polli cotti in occasione della Festa della Montagna, sempre nel 1964, anno del 400enario della morte di Michelangelo. Non solo: lo stesso giorno – era il 26 luglio – vennero anche inaugurate la strada che dal bivio del Cerro collega con l’Alpe Faggeta e dell’acquedotto va fino a Ponte Singerna. Oggi, “Il Cerro” ha per titolare Alfredo Andreani, figlio del nipote Alessandro, che assieme ad Annalisa, sorella di Alfredo, porta avanti l’altro noto ristorante, “Buca di Michelangelo”, un tempo rivendita di generi alimentari.

Il percorso politico-amministrativo di Amedeo Andreani era iniziato nel 1951, quando a 26 anni era stato eletto consigliere comunale a Caprese nella lista della Democrazia Cristiana; a 31, nel 1956, divenne sindaco e lo è stato fino a pochi mesi dalla sua scomparsa; si era ricandidato (allora il primo cittadino non veniva eletto direttamente), ma la malattia cominciava a lasciare in lui il segno e nella primavera del 1975 a succedergli fu Pier Luigi Serafini.

Tornando al 1964, in quell’anno venne posta la prima pietra anche per la costruzione della chiesetta della Faggeta. I tronchi di larice furono ordinati dal Corpo Forestale dello Stato e reperiti in Trentino per essere successivamente lavorati a Caprese. All’organizzazione di quella edizione della Festa della Montagna, la XIII della serie, partecipò appunto anche il Corpo Forestale di Pieve Santo Stefano, con l’ispettore Adriano Angerilli e con Pietro Ralli, allora esponente sindacale di categoria, poi uomo forte della Democrazia Cristiana aretina, nonché grande amico di Andreani. Ben 500 furono gli operai utilizzati per tracciare i vari sentieri con le indicazioni e per piantare 400 pali, con tanto di bandiere italiane issate, per solennizzare la Festa della Montagna del ’64, alla quale partecipò l’allora ministro dell’agricoltura e delle foreste, Mario Ferrari Aggradi, giunto appositamente da Roma.

La Festa della Montagna fu l’inizio del percorso che avrebbe portato alla nascita del ristorante “Fonte della Galletta” e delle tante villette attorno, che per un bel periodo avrebbero fatto dell’Alpe Faggeta uno fra i luoghi più frequentati e apprezzati del circondario, sia nel periodo estivo che in quello autunnale. Andreani dette un impulso determinante allo sviluppo di questa zona, così come ebbe l’idea del museo all’aperto. In tema di viabilità, poi, ha risolto il problema dei collegamenti con il vicinato, se si pensa che non vi erano le strade per Anghiari e per Pieve Santo Stefano e per recarsi a Ponte Singerna dal capoluogo occorreva compiere un giro assai più lungo. Per non parlare poi di acquedotti e di scuole: con una popolazione che si aggirava sulle 3mila unità, i plessi scolastici erano funzionanti anche nelle frazioni e lui provvide a costruire quelli di Borgonuovo, Ponte Singerna, San Casciano, Manzi, Lama, Fragaiolo e del capoluogo, dove avrebbe poi insegnato.

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Da sinistra, Amedeo Andreani, Amintore Fanfani e Aldo Moro

Fra le persone che aveva conosciuto e con le quali stretto legami di amicizia, Amintore Fanfani era davanti a tutti: fu proprio quest’ultimo, nelle vesti di capo del governo, a portare a Caprese il ministro alla pubblica istruzione, Aldo Moro, che inaugurò i lavori di restauro del centro storico il 9 agosto 1958; detto di Ferrari Aggradi, è opportuno ricordare l’ex presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che chiuse le celebrazioni del quarto centenario della morte di Michelangelo; l’allora presidente del Senato, Tommaso Morlino, che il 6 marzo 1975 aprì invece quelle del 500enario della nascita dell’artista; Giovanni Spadolini, il senatore Alfredo Moneti, l’ex sindaco di Firenze, Giorgio La Pira e il senatore Giuseppe Bartolomei di Anghiari. E poi Lando Nannicini, Italo Innocenti, il già citato Pietro Ralli e il compaesano Giovannino Fiori, che ha tenuto l’orazione al funerale di Andreani.

Nell’ambito della cultura, basterà ricordare Mario Salmi e Mario Luzi. Nell’ambito dello sport, strinse amicizia con il pugile aretino Mario D’Agata, campione del mondo, che venne a Caprese per sostenere una fase di preparazione. Abbiamo lasciato di proposito in fondo alla lista Brunetto Bucciarelli Ducci, deputato e giudice della Corte Costituzionale, che è stato il testimone di Amedeo Andreani nel giorno delle nozze con Anna Palazzeschi di Pieve Santo Stefano.

Dal matrimonio sono nate tre figlie: Adriana, Antonella (vedova dell’ex sindaco Paolo Fontana) e Aliria, morta nel 2001 a soli 43 anni. Tanto ha fatto Amedeo Andreani per la crescita di Caprese e tanto avrebbe potuto fare se la morte non lo avesse strappato ancora giovane; siamo sicuri che di idee ne avrebbe avute tante. La sua impronta è però rimasta in un luogo che ha cominciato a investire di più su Michelangelo e sul turismo, facendo leva sulla bellezza incontaminata del suo paesaggio e sulla qualità della sua cucina, risorse che Andreani aveva ben individuato.

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