Dovrà scontare otto mesi di reclusione, assieme al pagamento di un risarcimento di 2.300 euro, il 31enne di origini tunisine sul quale pende l’accusa di minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale in relazione alla oramai nota aggressione ai danni di due poliziotti nel piazzale della stazione ferroviaria di Città di Castello. I fatti si riferiscono allo scorso 21 dicembre e vi era coinvolto anche un 22enne di origini peruviane, che ha invece patteggiato la pena a un anno, chiedendo la sostituzione con lavori di pubblica utilità.
Come si ricorderà, gli agenti del commissariato tifernate erano stati allertati a seguito del comportamento tenuto in treno da alcuni giovani. I video girati, che hanno subito fatto il giro della rete, mostrano le aggressioni ai poliziotti da parte del 31enne, in evidente stato di alterazione; quest’ultimo aveva cominciato a inveire contro di loro, colpendo l’auto di servizio con calci e pugni. La reazione del nordafricano sarebbe stata conseguenza – a detta dei suoi legali – della mancata assunzione dei farmaci necessari alla cura delle problematiche neurologiche che lo affliggono e per le quali gli è stato riconosciuto il 100% di invalidità.
A quel punto, l’uomo avrebbe chiamato in suo soccorso il peruviano che, secondo la versione del sostituto procuratore Gennaro Iannarone, al suo arrivo avrebbe investito in bicicletta un agente per poi scagliarsi con violenza contro il collega. Di qui la colluttazione durata alcuni minuti, che gli agenti hanno provato a sedare anche con l’uso dei taser, nel corso della quale uno dei due arrestati avrebbe anche minacciato di morte la famiglia di uno dei poliziotti, quello che nel cadere a terra durante la colluttazione ha riportato la frattura di un polso.