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Impressioni ed emozioni di inizio Conclave

Come previsto la prima fumata è stata nera: preludio a una seconda giornata che potrebbe essere quella giusta

Senza particolari sorprese, con la consueta solennità che ben trasmette l’importanza del momento, è iniziato il Conclave che indicherà il successore di Papa Francesco. Si tratta del terzo Conclave del terzo millennio, quello con il maggior numero di cardinali elettori e con il maggior numero di nazionalità rappresentate.

Anche in Piazza San Pietro, al momento dell’extra omnes e più tardi in occasione della fumata nera, c’era una grande folla, molto maggiore di quella presente nei Conclave 2005 e 2013, ennesimo chiaro sintomo di un’attenzione sempre più vasta nei confronti delle dinamiche che porteranno alla scelta del nuovo sovrano Vaticano e Pontefice della Chiesa Cattolica. Nell’era dei social che affiancano e superano i media tradizionali, il Conclave 2025 è ormai un fenomeno globale che va ben oltre i confini del cattolicesimo.

Da non credente, per la terza volta mi appresto a vivere questa esperienza, la prima con un accredito alla Sala Stampa vaticana. Non è possibile rimanere impassibili e non provare emozione davanti a questo rito secolare e alla consapevolezza che le scelte che faranno i 133 cardinali, con o senza la mano dello Spirito Santo, influiscono nella quotidianità di gran parte del nostro pianeta.

Seppure interessato e affascinato da quello che accade in Sala Stampa e dalla possibilità di interagire con giornalisti di tutto il mondo, ho scelto di aspettare la fumata in mezzo alla gente per osservare le emozioni che trasmettono le migliaia di persone in attesa di conoscere il nuovo Papa. In piazza la maggioranza delle persone è credente, ma non mancano i curiosi consapevoli di assistere a una pagina di storia.

I soli cardinali applauditi al momento del giuramento che precede l’inizio del Conclave sono stati Matteo Maria Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, uniche e per nulla timide preferenze espresse da una piazza sempre composta.

La fumata nera si è fatta attendere molto più a lungo del previsto (ben 3 ore e un quarto dall’extra omnes), ma la delusione alla fine era minima: tutti i presenti avevano la consapevolezza che difficilmente la prima giornata avrebbe visto l’elezione del Papa. Non è dato sapere quello che è successo all’interno della Cappella Sistina, ma è probabile che alcuni tra i nomi favoriti abbiano avuto riscontro del proprio pacchetto di voti. La notte favorirà il dialogo e, nelle prossime ore, capiremo se il secondo giorno sarà quello che vedrà i due terzi dei voti convergere su un solo nome, esattamente come avvenuto nel 2005 (Benedetto XVI eletto al quarto scrutinio) e nel 2013 (Francesco eletto al quinto scrutinio).

Se la strada non sarà questa, i tempi si allungheranno in un momento storico dove sarebbe bene non esitare a scegliere qualcuno che possa avere una voce autorevole, in particolar modo per provare a pacificare parti del mondo oggi caratterizzate da guerre e sofferenze. Proprio questo — una voce autorevole contro le guerre — era uno dei messaggi usciti dall’ultima congregazione dei cardinali alla vigilia del Conclave.

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