Esattamente come nel 2005 e nel 2013, il secondo giorno di Conclave regala al mondo il nuovo Papa. E sono scelte a sorpresa sia quella dello statunitense Robert Francis Prevost che quella del tradizionale nome Leone, assente dagli elenchi dei successori di Pietro da 122 anni. La cronaca del secondo giorno di Conclave ha visto una mattinata caratterizzata dalla sola fumata nera pochi minuti prima di mezzogiorno, segno evidente che sia il secondo che il terzo scrutinio non avevano portato ad alcuna elezione. La pausa tra le votazioni mattutine e quelle pomeridiane è probabilmente servita a superare lo stallo sulla scelta del nuovo Papa, visto che la fumata bianca decisiva è arrivata alle 18.08, quando ormai Piazza San Pietro era convinta che anche il quarto scrutinio non avesse avuto esito positivo.
Il comingnolo della Sistina, poco prima di comunicare al mondo la notizia, ha condiviso la scena con una famiglia di gabbiani in un episodio curioso. Più volte nei due giorni di Conclave la telecamera fissa che inquadra il comignolo ha mostrato uno o due gabbiani che sembravano presidiare il tetto della cappella. Prima della fumata è apparso un piccolo gabbiano che ha scelto di finire in mondovisione mentre veniva accudito e nutrito da quelli che con ogni probabilità erano i suoi genitori. Il boato della piazza successivo all’inizio del fumo ha spaventato i tre uccelli facendo cadere e rotolare lungo il tetto il piccolo gabbiano. Non è dato sapere se questo miracolo della natura sia finito o meno in tragedia.
Una piazza sorpresa
Oltre un’ora dopo il cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha annunciato al mondo, con la consueta formula latina, il nome del cardinale eletto Papa. La curiosa declinazione di un nome inglese e francese, accompagnata al fatto che Prevost non fosse uno dei nomi più attesi, ha creato una certa confusione in Piazza San Pietro, facendo inizialmente pensare che il prescelto fosse brasiliano o portoghese. C’è voluta qualche decina di secondi prima che un sacerdote vicino a noi riuscisse a capire che il prescelto era lo statunitense nato a Chicago 69 anni fa. Complice il sovraccarico della rete internet nei momenti successivi all’annuncio, la maggior parte dei giornalisti nella piazza ha avuto grosse difficoltà anche nel reperire informazioni biografiche. Assieme ai nostri colleghi avevamo ben 19 profili di cardinali papabili ma non quello del Papa eletto. Solo successivamente abbiamo ricostruito la storia del primo pontefice proveniente dall’America settentrionale, seppure in possesso anche di un passaporto peruviano frutto di due decenni di missione nel paese latinoamericano. Sorprendente il fatto che sia stato creato Cardinale, da Francesco, solamente dal settembre 2023.
La prima apparizione
Papa Leone XIV si è affacciato al loggiato della Basilica tornando, dal punto di vista dell’abbigliamento, al classico stile dei predecessori di Francesco. Il discorso letto dal nuovo Papa, anche questa (la lettura) una novità assoluta, ha visto la parola “pace” citata ben dieci volte, chiarendo in modo inequivocabile come al centro di questo pontificato ci sarà anche una forte azione di politica internazionale finalizzata a cercare di fermare alcuni dei conflitti in atto. Non sono mancati il ricordo, apprezzatissimo dalla Piazza, di Papa Francesco e la citazione di Sant’Agostino da parte di un pontefice che per la prima volta proviene dall’Ordine agostiniano. Per la prima volta, oltre al latino e all’italiano, un Papa si è espresso in lingua spagnola nel primo discorso.
Tra i papi Leone anche quello forse nato ad Anghiari
Sicuramente Papa Prevost dirà presto qualcosa sulla scelta del nome Leone, assente dal 1903 ovvero dal termine del pontificato di Leone XIII che iniziò il proprio regno nel 1878 e fu protagonista di un lungo e significativo papato. Papa Pecci svolse un ruolo cruciale nel miglioramento dei rapporti tra Stato italiano e Chiesa all’indomani del pontificato di Pio IX e della fine del potere temporale seguita all’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia. Con l’enciclica Rerum Novarum Leone XIII si occupò dei problemi dei lavoratori e dei ceti deboli in generale rivoluzionando la Chiesa dell’epoca. Anche per questo meritò l’appello di “Papa sociale”. Altro suggestivo richiamo al nome scelto dal nuovo Pontefice è quello di Papa Leone I, o Leone Magno, che la tradizione vuole nato in Toscana, forse proprio a San Leo d’Anghiari. San Leone guidò la Chiesa durante il difficile periodo della perdita delle certezze istituzionali dell’epoca, gli ultimi anni dell’Impero Romano d’Occidente. Del 452 lo storico incontro tra Leone e Attila in cui il primo convinse il re degli Unni a non invadere Roma.
Come si è arrivati a Prevost
La comprensione delle dinamiche di questo Conclave potrà avvenire solo con lo scorrere del tempo e in parte con la nomina del futuro Segretario di Stato e delle altre figure chiare del pontificato. Di certo c’è che le prime tre votazioni hanno probabilmente eliminato i nomi più pronosticati tra i quali c’erano tre italiani, Parolin, Pizzaballa e Zuppi, tutti con caratteristiche di continuità con Papa Francesco. Pure Papa Prevost viene visto come un probabile continuatore delle politiche bergogliane, almeno basandosi sulla sua storia e sulle parole pronunciate dal loggiato dopo la proclamazione. Di certo, se un risultato considerato in sala stampa sorprendente è maturato già al secondo giorno di votazioni è probabile che qualcosa di forte sia avvenuto nelle discussioni cardinalizie tra Sistina e Santa Marta, oltre al fatto che la più quotata candidatura di Parolin non abbia sfondato e che probabilmente i voti in un primo momento destinati al Segretario di Stato possano essere stati indirizzati proprio dal cardinale veneto su Prevost. Oltre alle nomine, la lente d’ingrandimento di chi vuole capire di più su questa pagina di storia dovrà sicuramente spostarsi anche sui gesti del nuovo Papa.
Vaticanisti per caso
Con l’inizio del pontificato di Papa Leone XIV si conclude anche la nostra esperienza di “Vaticanisti per caso” che ha saputo regalarci ancora una volta grandi emozioni. Abbiamo condiviso l’attesa delle fumate assieme a molte persone con le quali avevamo condiviso la stessa esperienza nel 2013. Tra tutte vogliamo citare don Stefano Trio, che nel 2013 non era ancora sacerdote e che ha festeggiato questi giorni in piazza il decennale del proprio sacerdozio. Nel 2013 eravamo finiti assieme in una delle foto più popolari della reazione del pubblico all’elezione di Papa Francesco e perfino nell’album delle figurine dedicato al Papa argentino. Chissà se di Conclave in Conclave vedremo don Stefano salire ulteriori gradini della gerarchia cattolica…

