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Gricignano, 250 firme contro l’intervento a Ciapanella

Sindaco e vice difendono la variante all’ordine del giorno del consiglio di domani: “Ma valutiamo il rinvio del punto”

Una veduta di Via del Tevere a Gricignano

Si è svolto nel pomeriggio di ieri un incontro in cui l’amministrazione comunale di Sansepolcro e alcuni rappresentanti della pro loco di Gricignano e del comitato “Salviamo la campagna” si sono confrontati in merito al progetto di trasferimento nella zona di Ciapanella di un insediamento di produzione di conglomerati bituminosi.

Il comitato: “Moltissimi cittadini hanno aderito alla petizione”

Proprio il comitato sorto nelle scorse settimane in contrapposizione all’intervento aveva reso noto in mattinata l’esito della raccolta firme sull’argomento: “In una frazione con 540 votanti, in soli quattro giorni utili a disposizione sono state raccolte 255 firme, ognuna delle quali contrassegnata dal codice di un documento di identità”, si legge in una nota diffusa poche ore prima dell’incontro. Per il comitato, “moltissimi cittadini si sono informati e, tra preoccupazione, incredulità e sdegno, hanno aderito alla petizione”, anche per “l’evidenza del fatto che il progetto si pone in totale contrasto con il percorso di riqualificazione che Gricignano ha intrapreso negli ultimi anni”.
 
La variante necessaria a mettere in moto l’operazione, ratificata dalla commissione urbanistica il 14 dicembre scorso, è all’ordine del giorno del consiglio comunale convocato per domani, sabato 30, unitamente a diversi altri interventi da approvare entro l’anno. Prima cioè della scadenza degli strumenti urbanistici vigenti, che per il comitato “dimostrano di essere stati ormai superati da tutto quello che Gricignano ha vissuto negli ultimi anni, ovvero dal diffuso processo di riqualificazione che alcuni progetti strategici stanno favorendo” (con riferimento esplicito a “cammini di Francesco, strutture ricettive di qualità, agricoltura biologica”).

L’ipotesi del rinvio del punto in programma in consiglio comunale

Domani però il consiglio comunale potrebbe non affrontare il tema, come ha ipotizzato questa mattina l’amministrazione comunale in occasione della conferenza stampa di fine anno. Sia il vicesindaco e assessore all’urbanistica Riccardo Marzi che il sindaco Fabrizio Innocenti hanno difeso l’intervento, aprendo però alla possibilità di prendere tempo.

“Il terreno è stato inserito nella Zona industriale Altotevere nel 2012 dall’amministrazione Frullani, ma era individuato come artigianale-industriale già in precedenza”, ha premesso Marzi. “La nostra variante non riguarda quindi la classificazione, ma riguarda un diritto acquisito di un imprenditore che ha un terreno edificabile e che ha chiesto di modificare la dislocazione dei volumi”, che sono “ben inferiori a quanto previsto dall’attuale regolamento urbanistico”. L’impianto, ha precisato ancora l’assessore, “prima di entrare in attività sarà sottoposto alla rigida procedura dell’autorizzazione ambientale regionale e solo allora si potrà parlare di trasferimento, per ora parliamo solo di una variante tecnica”.

Conclusa la premessa, Marzi si è però detto “sensibile alle istanze dei residenti”, annunciando che “fino a domani lavoreremo per capire se è possibile fare un approfondimento fra la proprietà e il comitato per creare un ulteriore processo partecipativo e di informazione che possa dare più tranquillità agli abitanti di Gricignano”. Il vicesindaco ha quindi detto che “esiste la possibilità che venga rinviato il punto in consiglio comunale”, previe verifiche tecniche e valutando “di non ledere il diritto acquisito dell’imprenditore”.

Più acceso l’intervento del sindaco Innocenti, che ha tra l’altro detto che “questa cosa si sapeva da 20 anni ed è stata portata avanti da tutte le amministrazioni e da tutti i gruppi politici, quindi non si digerisce bene che si tiri fuori tutto questo per degli interessi personali, però valuteremo ragionevolmente se è il caso di sospendere o meno il punto”.

Gli interventi politici

Il tema era stato precedentemente oggetto di prese di posizione anche da parte di alcune compagini politiche. Insieme Possiamo ha definito “bizzarro anacronismo” il fatto che “in quella precisa porzione di campagna” ci sia “una striscia di terreno che da più di 10 anni è classificata come zona industriale: questo non dovrebbe tuttavia offuscare un assunto riconducibile al semplice buon senso, ovvero quello che in un contesto ambientale e paesaggistico di indubbio valore sia alquanto miope compiere questo sfregio. Inoltre nell’area, a partire dalla strada che costeggerà l’impianto di produzione, si può rilevare un numero sempre crescente di persone che frequentano o attraversano a piedi questo tratto di campagna (a partire dai pellegrini che percorrono la via di Francesco). In quest’ottica – ha aggiunto lo schieramento di sinistra – quelli che possono essere considerati legittimi diritti dei privati rischiano di trasformarsi in disagi per l’intera comunità della frazione, tanto più che la produzione e la lavorazione di materiali come l’asfalto potrebbero generare conseguenze negative persino sulla salute, oltre che sulla qualità degli ambienti e degli stili di vita”.
 
Secondo il Movimento 5 Stelle, “l’amministrazione sceglie di decidere all’ultimo minuto, ovviamente in fretta e senza dibattiti”, con ogni azione che, “in assenza di pianificazione, si impronta all’emergenza continua. Con questa mentalità e con i soggetti che ne sono da anni responsabili, rivestendo tuttora i principali ruoli nel nostro comune, è impossibile pensare di costruire un futuro. Per raggiungere risultati apprezzabili servono infatti volontà di confrontarsi con la cittadinanza, competenza e studio delle materie e, non ultima, l’umiltà di non sentirsi mai padroni della città e del territorio”, hanno affermato i Pentastellati.

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