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Caprese Michelangelo ricorda Giovannino Fiori nel centenario della nascita

Era nato il 27 dicembre 1924: dirigente di Poste e Comunicazioni, dal 1978 al 1983 ha seduto fra gli scranni della Dc a Montecitorio. Spirito di servizio e un legame con il paese di origine rimasto sempre forte

Sono stati in totale quattro i parlamentari espressi dalla Valtiberina durante la cosiddetta Prima Repubblica. Provenienti tutti da Comuni diversi, tre di essi erano esponenti della Democrazia Cristiana e uno del Partito Comunista Italiano. Quest’ultimo, sempre in vita, è Livio Boncompagni di Sansepolcro, deputato negli anni ’80; gli altri tre hanno rappresentato il vecchio “scudo crociato”. Il più conosciuto è ovviamente Amintore Fanfani, nato a Pieve Santo Stefano e poi trasferitosi a Sansepolcro, più volte senatore e presidente del Senato, non dimenticando che per cinque volte è stato anche capo del governo. Dopo Fanfani, Giuseppe Bartolomei di Anghiari, senatore per 20 anni e ministro in un paio di governi. Il quarto del lotto, del quale ci occupiamo, era di Caprese Michelangelo e ha seduto nell’assemblea di Montecitorio per cinque anni: parliamo di Giovannino Fiori, del quale ricorre il centenario della nascita, datata 27 dicembre 1924. Non solo: per quasi un paio di anni, dall’8 settembre del 1981 fino alle elezioni del 26 e 27 giugno 1983, i quattro erano presenti in contemporanea nei due rami del Parlamento; Fanfani era già senatore a vita, Bartolomei era senatore e fino al dicembre 1982 anche ministro dell’agricoltura e delle foreste, mentre Fiori e Boncompagni sedevano sugli scranni della Camera.

Fiori, morto il 24 gennaio 2019 all’età di 94 anni, ha ricoperto la carica di deputato nella VII e VIII legislatura della Repubblica Italiana. Si era candidato una prima volta alle politiche del 1976 senza essere eletto, ma rimanendo il primo in lista fra gli esclusi. Due anni di attesa, poi le dimissioni del deputato senese Martino Bardotti gli aprono la strada della Camera. Si torna a votare nel 1979 e stavolta Fiori viene eletto nel collegio Arezzo-Sienae resterà in carica fino all’11 luglio 1983, dopo le elezioni politiche del 26 e 27 giugno. In suo omaggio, un’opera in vetro è stata donata alla caserma dei carabinieri di Caprese Michelangelo, dove in gioventù aveva svolto servizio. Tre le commissioni parlamentari delle quali ha fatto parte: quella degli interni dal 27 novembre 1980 al 1° dicembre 1982 e dal 10 febbraio 1983 all’11 lugliodello stesso anno; quella dei trasporti dall’11 luglio 1979 all’11 luglio 1983 e quella per le questioni regionali dal 14 aprile 1980 all’11 luglio 1983.

In occasione del centenario della sua nascita, Caprese Michelangelo omaggerà Giovannino Fiori sabato 28 dicembre con una cerimonia al Castello che verrà aperta alle 11 dal saluto del sindaco Marida Brogialdi, al quale seguiranno la testimonianza di Franco Ciavattini, già sindaco di Badia Tedalda; il ricordo dei luogotenenti dei Carabinieri, Leonardo Degl’Innocenti e Fabrizio Luchetti, poi quello di Antonella Andreani, vedova del sindaco Paolo Fontana e figlia dell’ex sindaco Amedeo Andreani; infine, il ricordo dei nipoti, Enrico e Gabriele Fiori. Alle 12, il saluto delpresidente della Provincia di Arezzo, Alessandro Polcri, con la consegna di un regalo al gruppo di bambini ucraini ospitati in Valtiberina nell’ambito del progetto “Gruppo Puer” di Arezzo – Natale di pace per i bambini in zone di guerra. La cerimonia è stata organizzata dai nipoti Enrico e Gabriele (attuale consigliere comunale), legatissimi allo zio Giovannino, con il patrocinio del Comune di Caprese Michelangelo.

Grazie alla collaborazione del figlio Andrea, abbiamo raccolto alcuni particolari sulla vita di Giovannino Fiori, che ha trascorso gli anni della gioventù nella sua Caprese assieme ai fratelli Antonio e Francesco. Il legame con il paese di origine non si è mai spezzato anche quando si era trasferito a causa degli impegni professionali del padre, Agostino, capitano dei Carabinieri. Un legame a vita, quello con Caprese, dove Giovannino Fiori conosce Piera, che diverrà sua moglie e compagna di vita, nonché madre dei tre figli: Fernando, Maria Pia e Andrea. A livello professionale, Fiori inizia la sua attività di funzionario pubblico nel 1950 all’interno dell’amministrazione di Poste e Telecomunicazioni, lavorando dapprima a Roma, poi a Padova, ad Arezzo e infine a Firenze, dove ricopre il ruolo di direttore generale fino al 1978, l’anno nel quale accetta l’ingresso alla Camera dei Deputati come deputato della Dc, a seguito delle dimissioni di Martino Bardotti. Rimane a Montecitorio fino all’estate del 1983 (nel 1979 viene eletto direttamente), dimostrando spirito di servizio e motivazione ideale.

Al di là di questo importante periodo, fin dal dopoguerra – come tanti giovani – aveva scelto di dedicare tempo per l’impegno sociale e politico a carattere locale nell’Aretino, che ha proseguito per anni, assumendo fra l’altro anche l’incarico di consigliere del Comune di Caprese per un biennio. Alla fine del mandato parlamentare, Fiori torna a svolgere incarichi dirigenziali nella stessa amministrazione delle Poste, prima a Roma e poi ad Ancona, fino all’anno del suo pensionamento dal servizio. Per tutti questi motivi, viene insignito dall’Ordine al Merito della Repubblica Italiana delle onorificenze di Cavaliere nel 1960, di Ufficiale nel 1963, di Commendatore nel 1975 e di Grande Ufficiale nel 1984. I riconoscimenti arrivano da ben quattro Presidenti della Repubblica: Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giovanni Leone e Sandro Pertini. Una vita di impegno pubblico e politico spesa in nome del servizio alla comunità, dell’etica pubblica e della competenza professionale, quali presupposti per operare in politica e nella società: questo il compendio di Giovannino Fiori, che negli anni della pensione – come spesso accade – torna nella sua amata terra e a Caprese Michelangelo dedica, assieme al locale comitato promotore, una raccolta di memorie per il cinquantesimo anniversario della Liberazione di Caprese Michelangelo. Un “racconto corale a più voci” sulle vicende storiche di Caprese e le memorie di vita paesana, specie durante il difficile e crudo periodo bellico. In vero, un tributo di profonda gratitudine alla gente di Caprese che ne fu protagonista, ma anche un messaggio ai giovani sui valori della libertà, della democrazia e dell’impegno professionale, sociale e civico a favore della propria comunità.

Mantiene per tutta la sua vita, come ex militare e per una storia familiare di impegno espresso già dal padre Agostino e dal fratello Francesco, un profondo senso di appartenenza ideale all’Arma dei Carabinieri e un particolare legame di vicinanza e di autentica gratitudine per l’operato storicamente svolto a tutela della comunità dalla locale Stazione dei Carabinieri di Caprese Michelangelo. Fin quando, il 24 gennaio 2019 all’età di 94 anni da poco compiuti, non muore ad Arezzo. Per Giovannino Fiori c’è adesso il meritato omaggio della sua Caprese, che grazie a lui può dire di aver avuto un proprio compaesano in Parlamento. Ma soprattutto, Fiori ha saputo ben interpretare la nobile arte della politica, quella del buon amministrare in nome degli interessi della collettività.

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