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Allevamento di suini e impatto olfattivo fra Monterchi e Lippiano, il comitato: “Situazione invivibile”

Il sindaco Romanelli: “L’azienda è in regola, anche se stiamo studiando il modo per attutire ulteriormente il cattivo odore” 

Tutto in regola, anche se c’è l’intenzione di attutire ulteriormente l’impatto olfattivo causato dagli escrementi nei confronti della popolazione circostante. Siamo al confine fra Toscana e Umbria e fra i Comuni di Monterchi e Monte Santa Maria Tiberina, la cui frazione di Lippiano si trova appena sopra; in quella zona, da decenni si convive con allevamenti di suini e dei due che vi erano ne è rimasto uno in località Le Conce, dove scorre il torrente Riccianello.

Qui si è formato un comitato spontaneo da parte di coloro che risiedono più vicini ai capannoni dell’azienda: persone di Monterchi e soprattutto di Lippiano, compresi i titolari di attività ricettive, agriturismo e case vacanze ubicati nei territori di entrambi i Comuni. Le lamentele sono ora arrivate alle pubbliche istituzioni: i componenti del comitato, presieduto da Pietro Massaro di Monterchi, si vedrebbero costretti a stare di fatto reclusi fra le mura domestiche e impossibilitati a sfruttare il periodo estivo per cene all’aperto in quanto il cattivo odore sarebbe di fatto diventato insopportabile.

L’attività di allevamento in questione è stata rilevata dall’attuale titolare nel 2001, ma dal 2015 si sarebbe intensificata, provocando un aggravamento della situazione. “Sia chiaro: non vogliamo che l’azienda chiuda, né compromettere la sua prosecuzione – dicono quelli del comitato – perché è giusto che vada avanti, però crediamo che sia giusto anche tutelare le esigenze di chi abita attorno ad essa. Siamo in estate e la sera ci piacerebbe rinfrescare l’aria, invece dobbiamo tenere chiuse le finestre per evitare il puzzo che si respira”.

Fra le finalità del comitato, c’è quella di capire se i parametri siano a posto sotto ogni profilo e al proposito la minoranza consiliare di Viva Monterchi Viva ha già presentato una interrogazione per sapere se vi siano eventuali difformità fra il piano operativo comunale e l’impianto in questione. Nei giorni scorsi, è stato anche convocato un tavolo tecnico al quale hanno preso parte i sindaci dei due Comuni coinvolti, i tecnici della Asl, agronomi, veterinari e anche il titolare dell’azienda.

Il sindaco di Monterchi, Alfredo Romanelli, spiega la situazione, che è semplice e al tempo stesso complessa: “L’attività è più che regolare anche dal punto di vista ambientale – precisa – tanto che viene presa come esempio: gli stessi reflui vengono conferiti in una sorta di pallone chiuso e non all’aria aperta. Ciononostante, mi rendo conto che chi ha la casa nei pressi dell’allevamento avverta i cattivi odori e lo comprendo, motivo per il quale come amministrazione ci siamo presi l’impegno di avviare azioni di contenimento al fine di attenuare la percezione del puzzo oltre quanto prescritto per legge. Azioni che consistono nell’impiego di una diversa tipologia di mangimi e nell’uso di lettiere, ma che – ripeto – verranno fatte per scrupolo, in quanto la ditta è a posto già così. Inoltre, da anni nel piano operativo è previsto che altre attività dello stesso genere non siano più consentite all’interno del nostro Comune, anche se ovviamente questa disposizione non può avere efficacia retroattiva”.     

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