Impianto eolico “Badia del Vento”: parlano adesso le rispettive Soprintendenze, spiegando i loro pareri negativi all’installazione delle sette pale altre 180 metri sul crinale dell’Appennino al confine fra Toscana e Romagna. “Molte viste, anche da punti significativi, sono state appositamente evitate al fine di ridurre l’impatto percettivo. Inoltre, si registra in numerosi casi la selezione di appositi punti di ripresa con la presenza di ostacoli visivi atti a minimizzare gli impatti”, scrive la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, mentre quella di Ravenna, Forlì Cesena e Rimini, sempre a proposito degli elaborati presentati dalla ditta proponente, evidenzia come “nelle fotosimulazioni a più riprese proposte e integrate dalla ditta sono già state rilevate numerose incongruenze: la presenza di schermatura vegetale puntuale posta tra il punto di scatto e l’installazione, ad esempio, non può essere valutata come elemento dimostrante la non visibilità”.
E aggiunge poi: “E’ del tutto evidente quanto l’impatto visivo dell’impianto sul paesaggio dell’alta Valmarecchia e dell’alta Valtiberina vada ben al di là di quanto rilevabile da puntuali scatti fotografici, ma risulti continuo su interi tracciati caratterizzati da alta panoramicità e rilevante anche a distanze elevate, per effetto delle intrinseche caratteristiche morfologiche di questo territorio, nel quale vi è alternanza fra rilievi e picchi anche isolati (dallo skyline ben riconoscibile), che a loro volta si alternano con prati e boschi in diretta relazione visiva l’uno con l’altro”.
Ma la Soprintendenza romagnola ha detto di più in conferenza dei servizi, ovvero ha parlato di rischi sulla stabilità del crinale: “La conclamata fragilità dei versanti e la diffusa franosità hanno evidentemente potenziali pesanti ricadute anche sulla tutela paesaggistica e una valutazione dei rischi anche sotto questo profilo non può prescindere dal soppesare tale aspetto. Nel corso della riunione della conferenza dei servizi del 15 aprile scorso, la responsabile del settore “Via” della Regione Toscana ha esplicitamente ammesso che fino alla fase di attuazione non è possibile alcuna oggettiva certezza sull’effettiva risposta dei versanti interessati dal carico imposto dai plinti di fondazione delle torri eoliche. Questa Soprintendenza ritiene, in conseguenza, che sia sotto il profilo della tutela paesaggistica che monumentale, si tratti di un rischio che questo specifico territorio non può permettersi… ”.
La mappa di intervisibilità potenziale, documento anch’esso agli atti della conferenza dei servizi, fuga ogni dubbio sull’impatto paesaggistico e sulla visibilità di “Badia del Vento”: gli aerogeneratori risultano potenzialmente visibili da gran parte del territorio della Valmarecchia, Valtiberina e dal Monte Carpegna.