Un inizio di 2025 destinato a essere decisivo anche per ciò che riguarda il capitolo degli impianti eolici. Per lunedì 13 gennaio, infatti, è stata fissata la riunione della terza conferenza dei servizi, la quale dovrà decidere sul progetto denominato Passo di Frassineto, che interessa i territori di tre Comuni (Pieve Santo Stefano, Badia Tedalda e Sansepolcro) e che prevede sette aerogeneratori alti 180 metri lungo il crinale che si sviluppa da Poggio Sambuco fino appunto al Passo di Frassineto, a ridosso del valico di Viamaggio e nelle vicinanze dell’eremo di Cerbaiolo, delle aree naturali protette del Bosco di Montalto e dell’Alpe della Luna e di località quali Poggio, Arsicci e Valdazze. Non dimenticando gli altri due progetti al confine fra Toscana ed Emilia Romagna: Badia del Vento e Poggio Tre Vescovi.
La coalizione Tess (Transizione Energetica Senza Speculazione) è in aperto contrasto con l’assessora all’ambiente della Regione Toscana, Monia Monni, a proposito del disegno di legge sulle aree idonee e non idonee agli impianti da fonti di energia rinnovabile. “La Regione, invece di confermarsi come modello positivo in tema di tutela dell’equilibrio fra natura e sviluppo antropico – scrive la Tess – diverrebbe l’esatto contrario, ovvero un catalizzatore delle speculazioni che avranno il solo risultato di vedere stravolto il proprio paesaggio con distese di pannelli fotovoltaici nei campi ed enormi pale eoliche nelle colline sulla dorsale appenninica”.
Chiaro il riferimento ai progetti che interessano l’Alta Valmarecchia. “Diversamente da quanto si evince dalle dichiarazioni alla stampa dell’assessora Monni – prosegue la Tess – questo disegno di legge favorisce le società energetiche a scapito degli interessi della popolazione locale, della collettività e dell’ambiente, contrastando addirittura la normativa europea sul ripristino della natura: anzichè aumentare del 50% le aree protette (in linea con l’Unione Europea), questa legge consegna il 30% delle ultime aree verdi della Toscana alla speculazione energetica. I terreni fertili e adatti per coltivare verranno sterilizzati e sugli Appennini vi saranno colate di cemento per sorreggere le alte pale eoliche. La verità – sottolinea la Tess – è che la bozza di decreto presentata dall’assessora Monni lascia ampi spazi all’industria delle energie rinnovabili; è che ragiona in una mera ottica di profitto economico, andando a individuare i terreni meno costosi, ovvero le aree agricole rocche di biodiversità e montane che con il loro suolo vergine e i boschi sono fonte di servizi ecosistemici essenziali per la vita e per la lotta al cambiamento climatico”.
La coalizione Tess ribadisce che non è contraria alla transizione energetica, purchè la si faccia con criterio, utilizzando le aree già disponibili che permettono ampiamente di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea. In altre parole, perché non utilizzare aree già edificate, vedi capannoni industriali, parcheggi, aree abbandonate e degradate, arterie autostradali e ferroviarie, zone industriali o comunque zone che necessitano di riconversione? A parere della coalizione, l’assessora Monni sta dimostrando molta fretta e poca lungimiranza sotto il condizionamento di forti interessi economici e non sul fatto di procedere con la transizione energetica, per cui l’appello rivolto a Lei, alla giunta e al consiglio regionale è chiaro: al bando le speculazioni e maggiore considerazione per le istanze dei residenti del territorio, spesso ignorate.
“Chiediamo loro che prendano decisioni trasparenti e pianificate, evitando di lasciare il tutto alla mercè degli interessi privati dell’industria delle energie rinnovabili. Ribadiamo infine che le comunità e le associazioni ambientaliste, oggi riunite in più di 80 realtà nella Coalizione Tess, sono favorevoli agli impianti di energie rinnovabili: le etichette di “No Pale” o di “Nimby”, con cui si tende a liquidarle, sono unicamente funzionali alla narrazione che vuole distrarre l’opinione pubblica dal pericolo della speculazione”.