News

“Badia del Vento”: la Toscana verso la decisione finale il 15 aprile

Sette pale eoliche da 180 metri sul crinale al confine con Emilia-Romagna e Marche: attesa per la conferenza di servizi decisiva

La conferenza di servizi convocata per martedì 15 aprile potrebbe segnare un punto di svolta per la vicenda del progetto eolico “Badia del Vento”, previsto nel comune di Badia Tedalda, al confine con l’Emilia-Romagna e le Marche. Si tratta di uno degli impianti più discussi degli ultimi anni nell’Appennino settentrionale, oggetto di un vasto fronte di opposizione istituzionale, politica e associativa, che ha espresso preoccupazione per l’impatto ambientale, paesaggistico e socioeconomico dell’opera.

Come noto, il progetto prevede l’installazione di sette aerogeneratori da 180 metri di altezza in un’area considerata strategica sotto il profilo naturalistico, attraversata da rotte migratorie di rapaci e habitat protetti, nonché caratterizzata da un paesaggio ancora integro, riconosciuto come patrimonio identitario delle comunità locali.

Una rete di opposizioni tra Emilia-Romagna e Marche

A esprimere formalmente pareri negativi sul progetto sono stati, negli ultimi mesi, numerosi enti e istituzioni: dalla Regione Emilia-Romagna all’Ente Parco del Sasso Simone e Simoncello, passando per le Province di Rimini e Forlì-Cesena, le Soprintendenze competenti, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia e il Comune di Casteldelci, tra i più coinvolti nel dibattito.

Il timore più ricorrente riguarda l’impatto che l’impianto potrebbe avere sul territorio, sia in termini paesaggistici, sia per gli interventi infrastrutturali necessari: sbancamenti di crinali, realizzazione di nuove strade, trivellazioni profonde e l’utilizzo di quantitativi ingenti di cemento armato in aree indicate come soggette a dissesto idrogeologico.

Sul fronte politico, la contrarietà ha unito trasversalmente esponenti di diversi schieramenti. Le consigliere regionali dell’Emilia-Romagna Emma Petitti e Alice Parma (PD) hanno più volte manifestato la loro posizione critica, al pari del consigliere di Fratelli d’Italia Nicola Marcello, che ha presentato un’interrogazione formale in Assemblea Legislativa. Tutti evidenziano la necessità di salvaguardare modelli di sviluppo alternativi, basati su turismo sostenibile, valorizzazione del territorio e pratiche virtuose di ripopolamento montano.

Le osservazioni della Toscana e il nodo politico tra le Regioni

Sul versante toscano, la Regione non ha ancora assunto una posizione definitiva. Gli uffici regionali hanno nel frattempo richiesto ulteriori integrazioni al proponente per completare l’iter istruttorio. La conferenza dei servizi in programma per il 15 aprile potrebbe però rappresentare il momento decisivo per un eventuale via libera.

L’attenzione resta alta anche in virtù del protocollo di collaborazione firmato pochi mesi fa dai presidenti Giani e De Pascale, finalizzato alla gestione condivisa delle aree di confine lungo la dorsale appenninica. Un’eventuale autorizzazione da parte della Toscana, contro il parere espresso da tutti gli enti dell’altra Regione, viene dunque vissuta da alcuni amministratori locali come un potenziale vulnus istituzionale.

Una decisione spartiacque

“Badia del Vento” rappresenta il primo dei grandi progetti eolici previsti lungo il crinale appenninico dell’Italia centrale ad arrivare a questo stadio procedurale. La decisione del 15 aprile, quale che sia l’esito, è destinata ad avere un forte impatto sia tecnico che politico, con possibili riflessi anche su altri impianti in fase di valutazione.

Le posizioni restano distanti. I promotori dell’impianto, sostenuti dalla necessità di rispondere agli obiettivi europei di decarbonizzazione, sottolineano l’importanza di produrre energia da fonti rinnovabili in territori ritenuti favorevoli. I contrari, invece, chiedono un cambio di paradigma: non contestano in sé le energie rinnovabili, ma chiedono che gli impianti vengano collocati in aree già compromesse, come siti industriali dismessi o zone a basso valore paesaggistico.

Quel che è certo è che la Toscana sarà chiamata a una decisione che avrà effetti ben oltre i confini comunali o provinciali. La sfida, per molti, non sarà solo quella di trovare un equilibrio tra energia e ambiente, ma anche quella di ricostruire un dialogo tra territori, evitando che la transizione ecologica si trasformi in un terreno di conflitto istituzionale e sociale.

spot_imgspot_img
spot_imgspot_img