Il Palio della Vittoria fa ritorno ad Anghiari. Nell’edizione 2025, la 21esima dalla riproposizione in chiave moderna, il successo è andato al padrone di casa Luca Capacci, capace di conquistare il traguardo di piazza Baldaccio al termine di una corsa in solitaria, grazie anche all’ottimo lavoro tattico dei compagni di squadra. Una prova corale e superlativa, che ha entusiasmato il pubblico e acceso la festa nel borgo toscano.
La vittoria di Anghiari arriva al termine di una delle edizioni più partecipate di sempre, con ben 78 atleti in gara per rappresentare 19 Comuni, tra i quali anche Gubbio, reduce dai trionfi del 2023 e del 2024. Stavolta, però, a salire sul gradino più alto del podio è stata la squadra di casa, capace di sfruttare al meglio la conoscenza del percorso e l’affiatamento tra i propri portacolori.
Dopo il via, la gara ha seguito il copione che la rende celebre e unica nel suo genere: spintoni, trattenute e strategia di squadra nei primi metri, poi la selezione naturale lungo i 1440 metri in costante ascesa, fino all’arrivo nell’iconica piazza Baldaccio. Decisivo è stato il lavoro del team anghiarese, che ha permesso a Capacci di prendere il largo e gestire in solitaria gli ultimi, durissimi metri, fino al traguardo.

Il racconto della corsa
A cura di Claudio Roselli
Una lunga attesa di dieci anni ripagata da un trionfo tatticamente perfetto sotto gli occhi del pubblico di casa, che non ha cessato un solo istante di spingere l’eroe di giornata e tutta la squadra che lo ha sostenuto. Era infatti dal 2015 (con Matteo Giorni) che Anghiari non tornava ad aggiudicarsi il Palio della Vittoria, la “corsa podistica più pazza del mondo” con la quale viene onorataun’appartenenza alla Toscana sancita dalla Battaglia del 29 giugno 1440. A rompere il digiuno, firmando il successo numero 5 della patria di Baldaccio sulle 21 edizioni andate in scena dal 2003 a oggi, è stato Luca Capacci, 30enne impiegato e figlio di Valter, che è il presidente proprio dell’Associazione Palio della Vittoria. Un assolo, il suo, che in pratica è iniziato pochi metri dopo il via, dato alle 20.15, quando l’imbrunire del sole aveva spalmato un eccezionale colore sui campi della vallata; Capacci, al quale erano stati assegnati i galloni di capitano, è subito scattato con il chiaro intento di evitare la bagarre e possibili placcaggi che invece i “gregari” – efficace in particolare il lavoro di SimoneViviani – hanno cominciato a praticare nei confronti degli avversari, compresi due vincitori del passato messi subito fuori gioco: Ivan Poggi di Firenze e Francesco Innocenti di Sansepolcro. All’imbocco della Ruga, dove la salita del lungo rettilineo di 1440 metri comincia a diventare più dura, Capacci è sempre solo in fuga, il suo volto è tutt’altro che affaticato e dietro di lui c’è per giunta il fido Viviani a protezione. Gubbio, leadernell’ultimo biennio, fatica a uscire e quando ci prova è oramai troppo tardi; l’ultimo tentativo è quello di Montepulciano con Samuele Cesaroni, ma Viviani lo marca stretto e allora Capacci può curvare verso piazza Baldaccio e alzare le mani al cielo al termine di una faticata durata per lui 5’40”; secondo a 6” è Cesaroni e terzo a 10” è Luca Pentolini di Città di Castello, autore di una importante accelerata nel finale che gli è valsa il gradino più basso del podio. “Faccio ancora fatica a parlare – ha detto Capacci a distanza di pochi secondi dalla grande impresa – e l’emozione di vincere in casa è indescrivibile. È stato tutto bello, dalla preparazione fino all’arrivo. Sapevamo che stavolta eravamo più competitivi e allora ci siamo allenati con grande scrupolo, riportando ad Anghiari il Palio”. Niente record di partecipanti: il totale si è fermato a 78 in rappresentanza di 19 Comuni, con quello di Fiesole nel ruolo di esordiente, ma per Anghiari contava senza dubbio di più il risultato.