Per l’ex amministratore unico di Sogepu, il tifernate Cristian Goracci, e per l’ex amministratore di Ece, Antonio Granieri, è oramai imminente il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per l’appalto da 315 milioni di euro, relativo alla gestione (fino al 2038) del ciclo dei rifiuti in 14 Comuni dell’Alta Umbria, compresi quelli di Città di Castello, Umbertide e Gubbio.
A conclusione delle indagini, il procuratore della repubblica di Perugia, Raffaele Cantone e il sostituto, Paolo Abbritti, hanno rilevato gli estremi della corruzione e della emissione di fatture per operazioni inesistenti. Come si ricorderà, l’appalto era stato assegnato a Sogeco, società nella quale la Ece (ex EcoCave) detiene la maggioranza delle quote con il 51% e con Sogepu titolare del restante 49%; Goracci era divenuto direttore generale di Sogeco e da Granieri avrebbe ricevuto una tangente da 750mila euro per agevolare la partecipazione all’appalto di Ece; la somma elargita sarebbe stata giustificata quale saldo di fatture per consulenze mai eseguite nel periodo 2015-2022 e con Goracci che non avrebbe posseduto nemmeno i titoli per effettuarle.
Sia Goracci che Granieri sono stati arrestati lo scorso ottobre con applicazione della misura dei domiciliari, che però erano stati poi revocati per cessazione delle esigenze cautelari, una volta lasciate le cariche societarie. A indagini chiuse, l’accusa è stata riqualificata in una più grave: “induzione indebita a dare o promettere utilità”, a carco tanto di Goracci quanto dell’imprenditore Massimiliano Nebbiai per l’inchiesta stralcio sull’appalto vinto dalla Omn componenti di Montone per la fornitura di 600 cestini stradali, del valore di 300mila euro. Nebbiai ha chiesto il patteggiamento e, secondo gli inquirenti, avrebbe reso dichiarazioni che suonano come una confessione, con la corresponsione di pagamenti per 36mila euro a Goracci.
L’inchiesta partita nel luglio del 2023 aveva portato all’attenzione altri due filoni senza ipotesi di reato: il primo era relativo ai rapporti fra Goracci e un sottufficiale della Guardia di Finanza, il secondo a quelli fra lo stesso Goracci e magistrati operanti nel distretto di Perugia. Il primo, che si basava su alcune comunicazioni via whatsapp intercettate, è stato già archiviato dalla Procura Perugia mentre il secondo – che testimoniava di frequentazioni amicali, regali e occasioni conviviali – è stato trasferito per competenza a Firenze.