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Un tifernate al fianco di Giacomo Matteotti

Leader dei socialisti di Città di Castello, Aspromonte Bucchi fu molto vicino al deputato nell’ultimo scorcio di vita

Aspromonte Bucchi

È doveroso ricordare, a 100 anni dall’assassinio di Matteotti, un nostro conterraneo che gli fu molto vicino in quell’ultimo scorcio di vita. Leader dei socialisti di Città di Castello, Aspromonte Bucchi (1890-1939) fu costretto dai fascisti a fuggire dalla valle. Andò esule a Roma, dove riprese a lavorare come tipografo. Aderì al Partito Socialista Unitario di Matteotti, che lo tenne in grande considerazione.

Nelle elezioni politiche del 24 maggio 1924 gli proposero di stare in lista. Declinò l’invito, ma si mise a completa disposizione del partito. Da Roma curò la propaganda nella provincia di Perugia. Così raccontò: “Fornitomi di circa 300 indirizzi di compagni ed amici rimasti nell’Umbria, fu mia cura particolare di inviar loro, quotidianamente, circolari, appelli, fac-simile di schede, delucidazioni sul modo di votare, giornali ecc. Questo era l’unico metodo di propaganda consentitoci, a causa della sorveglianza fascista che si esercitava anche nella più minuscola frazione del più piccolo paese: ed io svolsi la mia opera con passione, sacrificando ad essa ore e ore del mio riposo, tanto da meritarmi un vivo elogio da parte del Matteotti, che vedevo ogni giorno nella sede di Piazza di Spagna”.

Matteotti – che, ricorda Bucchi, “eccelleva per l’indomito coraggio e per la veemenza della parola” – venne eletto proprio nella circoscrizione Roma-Perugia. Quando lo sequestrarono gli squadristi fascisti, Bucchi fu tra i primi a saperlo (“rimasi allibito!”). Scrisse: “La famiglia era in orgasmo; i compagni temevano fosse avvenuto un oscuro e irreparabile delitto, uno di quei delitti tenebrosi che avevano caratterizzato i più tristi periodi della nostra storia politica”. Era proprio così.

Le memorie di Bucchi, intitolate Dal taccuino della mia memoria. Appunti di vita vissuta, sono state pubblicate nel 2019 come Quaderno dell’Istituto di Storia “Venanzio Gabriotti”, a cura di Paola Puletti e Alvaro Tacchini.

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