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Sansepolcro, crescono i matrimoni civili di coppie provenienti dal Nord Europa

Bellezza dei luoghi, cultura e marketing sostengono i cosiddetti “destination weddings” nella città di Piero della Francesca

Preparativi matrimoniali nel chiostro di Palazzo delle Laudi

A quanto pare già all’epoca di Shakespeare l’Italia era considerata il luogo esotico in cui potevano sbocciare, più che altrove, ardenti passioni amorose. Sarà forse anche per questo retaggio che il Bel Paese è sempre più scelto da coppie straniere, principalmente anglofone, per unirsi in matrimonio: secondo un’analisi condotta dal Centro Studi Turistici, nel 2023 queste sono state circa 13.600 e hanno fatto registrare un incremento del 22,7% rispetto all’anno precedente.

Da qualche tempo, per indicare tale fenomeno che vede sempre più coppie convolare a nozze in luoghi lontani da quelli di residenza, si ricorre a un doppio anglicismo: “destination weddings”. Premesso ciò, è significativo constatare che anche a Sansepolcro il numero di questa tipologia di sposalizi è aumentato fino a raggiungere, per l’anno corrente, un terzo del totale delle unioni civili: dei 33 matrimoni celebrati nel 2024, 11 hanno infatti riguardato cittadini stranieri, con una netta predominanza di quelli provenienti dal Regno Unito, seguiti poi da finlandesi, tedeschi e polacchi.

Quelli di Sansepolcro sono dunque numeri che oltre a essere proporzionalmente in linea con quelli nazionali, stanno seguendo un trend positivo ancor più accentuato rispetto a quello rilevato mediamente altrove: dopo gli anni della pandemia e quelli immediatamente successivi, i matrimoni stranieri sono finalmente tornati a crescere, riprendendo il cammino virtuoso che il fenomeno aveva già iniziato a intraprendere nell’ultima parte dello scorso decennio.

Come già accennato, sia per il 2024 che per i periodi precedenti, le coppie britanniche fanno segnare i numeri più alti. Che sia, forse, questo dato legato al fatto che oltremanica il nome di Piero della Francesca, quindi anche quello di Sansepolcro, possa essere più conosciuto che altrove? Questa ipotesi potrebbe trascinarsi dietro tutto quel carico di suggestione associabile alla, ormai storica, presenza di tre opere del celebre pittore alla National Gallery di Londra, o addirittura alla storia secondo cui, a quanto pare, il capitano inglese Anthony Clarke avrebbe, nel nome dell’arte, risparmiato la città pierfrancescana da un bombardamento nel 1944.

Può darsi che talvolta tutto ciò possa contribuire a orientare la scelta di alcune coppie inglesi verso Sansepolcro, ma probabilmente, nella maggior parte dei casi, i motivi veri sono altri. Tra questi dobbiamo sicuramente considerare il lavoro svolto da alcuni tour operator e attività ricettive che sono con il tempo riusciti a inserire tale città tra le mete internazionali di questa particolare tipologia di turismo. Sono verosimilmente stati capaci a farlo offrendo la possibilità di sposarsi e alloggiare (assieme agli invitati) in un luogo, Sansepolcro, che – oltre ai suoi indubbi pregi storici, architettonici e artistici – si trova in una posizione strategica per visitare altre città della Penisola.

La scelta delle coppie straniere, a partire da quelle del Regno Unito, potrebbe quindi essere dettata più che altro da una serie di esigenze pratiche. Tuttavia è innegabile che il capoluogo della Valtiberina consente di pronunciare il fatidico sì in luoghi dalla cornice eccezionalmente suggestiva: il chiostro di Palazzo delle Laudi (solitamente preferito alla Sala Consiliare), la Sala Coleschi di Palazzo Ducci del Rosso (sede della Biblioteca Dionisio Roberti), l’Auditorium di Santa Chiara e il Giardino di Piero della Francesca.

In termini di promozione territoriale, è verosimile supporre che proprio il fascino di questi luoghi possa ogni volta contribuire a veicolare l’immagine di una città d’arte che non potrebbe avere migliori biglietti da visita. Ciò ovviamente vale sia per gli sposi, i quali non possono che sviluppare una qualche forma di legame con il luogo che ha sancito la loro unione, sia per gli invitati: proprio questi ultimi, essendo normalmente presenti in numeri che talvolta sfiorano anche le 50 unità e trovandosi ad assistere a un evento già di per sé molto curato e dalle emozioni contagiose, saranno in qualche modo indotti ad ancorare i ricordi di quel giorno alla peculiare scenografia di una città che sa offrire scorci di rara e oggettiva bellezza.

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