Anno 2025: termina con il 5, quindi per Anghiari è anno di Scampanata, come del resto quelli che in fondo hanno la cifra zero, perché l’appuntamento ha cadenza quinquennale. Gli anghiaresi lo hanno rispolverato nel 1980 e da quel momento il rispetto è stato ferreo con l’unica eccezione del 2020, quando il Covid-19 ha cancellato qualsiasi tipo di eventi. Nemmeno il posticipo al 2021 è stato possibile e allora il primo anno di ritorno alla normalità è stato il 2022, ribattezzato secondo logica “Scampanata 2020+1+1”. Ciò significa che il prossimo maggio tornerà dopo tre anni, il distacco temporale più breve fra un’edizione e l’altra.
La tradizione ha insomma vinto, essendo stata ripristinata e poi fedelmente seguita: in fondo, la storia di Anghiari passa anche da essa. L’edizione del 2025 si porterà inevitabilmente un iniziale velo di tristezza: sarà infatti la prima senza Celestino Crocioni, il popolare “Cilistino”, uno dei giustizieri dei ritardatari fatti salire sul carretto; l’altro è Gino Grottini, chiamato Bruno ma detto “Capruggine”. Cilistino se n’è andato a Natale del 2023: aveva 86 anni e si deve a lui il ripristino della Scampanata 45 anni fa, imponendo agli aderenti di farsi trovare puntuale per le 6 di mattina in piazza Baldaccio nelle specifiche mattinate del mese di maggio. Al posto di Cilistino, ci sarà Claudio Camerelli nelle vesti di giustiziere assieme sempre a “Capruggine”, attuale presidente della società.
La leggenda a cui si ispira
Prima di entrare nello specifico, andiamo a rispolverare anche la causale storica, che poggia le sue radici su una leggenda popolare. Il personaggio è una matrona romana chiamata Angiria, arrivata a Campalone di Anghiari fra il II e il I secolo avanti Cristo; sulla donna pesava l’accusa di aver ucciso il marito. A Campalone, la matrona costruisce una stazione termale che poi gestisce e qui si inserisce il punto chiave: si dice infatti che Angiria punisse i suoi dipendenti più svogliati in maniera singolare, ovvero li obbligasse nel mese di maggio a salire sul dorso degli asini e a cavalcarli senza vestiti compiendo un giro intorno alle terme al solo scopo di essere presi in giro dagli abitanti del posto. Una tradizione comunque usuale in Europa, secondo il rituale dei “charivari”: la derisione e l’umiliazione nei confronti di chi non ha rispettato le regole.
Di Scampanata parla il Codice Taglieschi nel 1626, ossia quasi 400 anni fa ed è il primo documento che cita questa tradizione attraverso un manoscritto sul quale è riportato un episodio del maggio 1621: un abitante di Anghiari, tale Basilio Morgalanti (che evidentemente amava dormire), viene caricato su un somaro e trasportato per le strade del paese mentre la folla schiamazza e strumenti improvvisati creano un certo frastuono. Insomma, le scampanate avrebbero avuto la finalità di svegliare chi era particolarmente avvezzo a dormire e a poltrire. Una successiva notazione si trova nel questionario richiesto, nel 1809, dal Governo Francese: in esso si legge che, per un’antica abitudine, si è soliti fare, in Anghiari, nel mese di maggio, “certe scampanate” per quelli troppo dediti al sonno.
La ripresa dopo la fine dell’ultima guerra
L’usanza della Scampanata si è ripetuta per secoli fino alla sua interruzione con la seconda guerra mondiale. Un’interruzione che – come ricordato – è durata fino al 1980, quando è stata ripresa con le usanze del passato. Intanto, esiste preliminarmente una Società della Scampanata alla quale ci si deve iscrivere, per cui le disposizioni previste riguardano solo ed esclusivamente gli iscritti. Fra questi vi possono essere anche donne, che negli anni sono salite anch’esse sul carretto, perché… la parità dei sessi nella Scampanata è sempre esistita. Sono dispensati coloro che hanno superato i 65 anni di età, i quali possono tranquillamente iscriversi, ma non hanno l’obbligo della puntualità, a meno che non facciano espressa richiesta di punizione qualora non rispettassero gli orari.
L’appello delle 6 in piazza Baldaccio al secondo rintocco della campana – perché questo è il momento che conta – viene sempre fatto nella festività del 1° maggio (qualunque sia il giorno della settimana) e poi ogni martedì, giovedì e domenica del mese. Resta il mistero sui due distinti rintocchi delle 6 di mattina; sta di fatto che chi non è presente al primo ma ce la fa ad arrivare entro il secondo è regolarmente salvo.
Chi invece non è presente all’appello nemmeno dopo il secondo rintocco, viene rintracciato e prelevato in qualunque posto si trovi, poi portato in piazza Baldaccio e caricato sul carretto addobbato con il “maggio” per fare il giro del paese a mo’ di scherno; a fare da accompagnamento c’è la musica della banda, che esegue la “Marcia di Paiolo”, ovvero l’inno della Scampanata. C’è un’aringa appesa che penzola sul carretto vicino al naso della vittima, alla quale vengono lanciati addosso e sul volto alimenti quali uova, farina e cioccolata, al fine di creare un impasto colorato e consistente. Al termine del giro la persona è irriconoscibile, sconvolta e nauseata, quasi come se fosse un fantoccio. I vestiti indossati saranno praticamente da gettare via e spesso l’individuo punito ha dovuto ricorrere a più di una doccia per scrollarsi di dosso anche l’odore di uova e farina.
Una volta subita la punizione, però, la persona è di fatto libera: non ha quindi più l’obbligo di alzarsi presto nei giorni indicati e di recarsi entro le 6 in piazza. Altri vantaggi per il condannato: la colazione offerta durante il giro con il carretto e il pranzo pagato alla fine della Scampanata, che normalmente si tiene in giugno. Tutti gli iscritti della società si ritrovano per un momento conviviale all’insegna dell’allegria e della goliardia.
Attenzione ai tranelli
Già, la goliardia. Un conto sono le regole della Scampanata, un altro conto sono i risvolti della Scampanata, perché spesso il vero scopo di essa è quello di fare in modo che qualcuno – evidentemente preso di mira – non riesca ad arrivare puntuale all’ora prefissata.
E qui si apre la pagina di tutti gli stratagemmi messi in atto, per cui chiunque deve stare molto attento, in quanto la trappola può arrivare in qualsiasi momento e da qualunque persona. Volete qualche esempio? Un iscritto alla società che nel mese di maggio si reca al bar deve tenere sotto controllo tazzine o bicchieri: il barista può avervi messo del sonnifero. C’è chi invece si rivolge a madri, mogli o fidanzate del soggetto in questione affinchè queste ultime somministrino a lui qualcosa per farlo dormire profondamente; un altro trucco classico, al quale è stato fatto spesso ricorso, è quello di spegnere le sveglie di casa, ma c’è dell’altro, vedi il figlio che ha chiuso il padre in casa, si è piazzato dietro la porta e ha costretto il genitore a calarsi dalla finestra legando delle lenzuola come se dovesse evadere dal carcere. In un’altra circostanza, a un iscritto venne murata la porta di casa; gli amici avevano lavorato la notte con i mattoni e il cemento, che però era ancora fresco e quindi con una spallata la “vittima” predestinata riuscì a buttarlo giù e a presentarsi in tempo per le 6. Altri sistemi: la porta o il cancello incatenato da fuori, oppure le gomme dell’auto sgonfiate, il che è però “non consigliabile”, qualora vi fosse una effettiva urgenza.
Fra le regole da rispettare c’è anche quella di non aiutare i ritardatari, pena il carretto anche per chi ha voluto salvarli. Ci sono poi anche gli inganni da parte di chi si comporta inizialmente da amico per poi mettere a segno il tradimento, lasciando a piedi la persona presa di mira e scendendola dall’auto o dalla moto a diversi chilometri di distanza dalla piazza, in modo tale da non arrivarvi per l’ora stabilita. Può un punito rifiutarsi di salire sul carretto? Sì, ma il prezzo da pagare sarà molto caro: non potrà più iscriversi alla Società della Scampanata e per tutto il mese di maggio nessuno dovrà rivolgergli la parola, il che diventa più grave che salire sul carretto.
Il messaggio di fondo della Scampanata
I giovani di Anghiari in età fra i 25 e i 40 anni sono coloro che stanno raccogliendo il testimone della tradizione: senza dubbio, un buon segno in un periodo nel quale altre tentazioni sembrano avere il sopravvento. In aprile, hanno intenzione di mettere un tavolo in piazza per raccogliere le iscrizioni alla società: raggiungere quota 120 sarebbe un bel risultato.
Calendario alla mano, le mattinate della Scampanata 2025 saranno in totale 13 nell’arco dei 31 giorni del mese: il fatto che il 1° maggio cada di giovedì, quindi in uno dei tre giorni alla settimana previsti, risparmia una levataccia ai partecipanti. Al di là della componente goliardica e della particolare fama che gli anghiaresi si sono costruiti, c’è un messaggio di fondo che riesce a prevalere: la Scampanata si tiene in primavera e non certo per caso, trattandosi della stagione che significa rinascita e risveglio dopo la parentesi invernale.
La punizione inflitta a chi dorme suona quindi come un preciso invito: abbandonare il torpore per essere svegli, pronti e attivi nell’affrontare il periodo che identifica per tradizione la ripartenza verso la bella stagione, indice anche di prosperità. Un’occasione da cogliere, quindi, a patto di abbandonare pigrizia e lassismo.