È un forte monito contro la guerra, l’indifferenza, la disinformazione e l’ipocrisia il messaggio che abuna Mario Cornioli ha diffuso in occasione del Natale. Il sacerdote di Sansepolcro, da venti anni in Medio Oriente, sottolinea che “la violenza e l’odio sono stati seminati nel cuore della terra e nei cuori di tante persone: è l’aspetto più drammatico e triste di questa maledetta guerra a pezzi che è stata scatenata per l’interesse di pochi sulla pelle di molti. Un conflitto che rischia di diventare eterno e che sta provocando ferite che difficilmente saranno rimarginate”. Di fronte a questo, spiega don Mario, si va avanti con la speranza che deriva dalla “certezza dell’intervento di Dio”, che però va “unita alla responsabilità tutta umana, tutta nostra, del dover fare, di non lasciare spazio a una indifferenza colpevole”.
Questa “guerra a pezzi” lascia nell’attesa: “di vedere quello che succederà nella vicina Siria, un paese meraviglioso che merita di ritrovare la sua libertà e la sua dignità e di non essere spezzettato in tante parti; di vedere quello che succederà in Libano, in Israele e Palestina; di vedere se inizierà un altro conflitto anche in Iraq e in Iran. Un’attesa piena di speranza e di timori”, condivisi dai cristiani d’oriente a cui don Cornioli dedica ampio spazio nella propria missiva, sottolineando che molti “preoccupati per il futuro dei figli, cercano di partire”. Per abuna Mario è “abbastanza chiaro che ci sono forze, nemmeno troppo oscure, che hanno lavorato e stanno lavorando per eliminare la presenza cristiana da queste terre, e questo sarebbe una tragedia per tutti. La presenza cristiana è sempre stata e sempre sarà una presenza di pace e di mediazione, è difficile capire come alcuni tra i nostri fratelli ebrei e alcuni tra i nostri fratelli musulmani non lo comprendano”.
Il missionario toscano non risparmia inoltre critiche alla “narrazione, quasi univoca, che in Italia ha mostrato la carenza di conoscenza della realtà presente e della storia di questa regione. Una carenza evidente nella maggioranza di giornalisti e intellettuali”, da cui arrivano “racconti e commenti che quasi mai si avvicinano alla realtà che vediamo con i nostri occhi e viviamo quotidianamente”.
E se “non abbiamo una risposta” alla domanda Che fare?, tuttavia siamo “assolutamente certi” che “la strada che alcuni hanno deciso di intraprendere porterà soltanto ulteriore distruzione e ulteriore violenza. Mai si potrà costruire la Pace continuando a seminare morte e ad irrigare tutto con il sangue degli innocenti”. Abuna Mario cita a questo proposito “papa Francesco, unica voce purtroppo inascoltata di giustizia e di pace in questo mondo pieno di politici ipocriti e sanguinari”: “Si avvicina il Natale”, ha detto il Pontefice, “ci saranno le luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi? Tutto truccato; il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Mondo che vive per fare le guerre con il cinismo di dire di non farla”.
“Tra qualche giorno”, continua don Cornioli, “Gesù nascerà in mezzo alle rovine e non nei palazzi lussuosi del potere disumano di questo mondo. A noi la scelta di decidere da quale parte stare per attendere la sua venuta. Io andrò a Betlemme ad attendere la notte di Natale, la piccola Betlemme sempre più chiusa e assediata, sempre più vuota e triste. E che sia davvero un Natale con un po’ più di pace per tutti i bambini e le donne e gli uomini di questo mondo!”, è l’augurio finale.