Grazie alle abbondanti piogge degli ultimi giorni, l’invaso di Montedoglio ha finalmente potuto tagliare il suo traguardo più importante: quello che lo ha visto raggiungere il suo massimo livello di riempimento. Nel corso di giovedì 13 marzo l’acqua è infatti arrivata alla quota massima prevista di 393,60 m s.l.m., corrispondente al livello di sfioro. Questa condizione è molto importante, non solo perché consente di vedere il bacino lacustre nella sua massima estensione spaziale, ma anche perché in questo modo la diga, in ottemperanza all’art 22 D.M. n. 94 del 14/05/2024, potrà completare il suo lungo iter di collaudo tecnico funzionale.
Per ultimare definitivamente quest’ultimo sarà ora necessario mantenere questo livello per dieci giorni, con l’acqua che si troverà a tracimare il muro per riversarsi nel canale di scolo. Durante questo lasso di tempo è prevista una visita in loco da parte dei membri della Commissione di Collaudo che valuteranno il comportamento delle opere che compongono lo sbarramento. Già in passato Montedoglio era stato oggetto di sopralluoghi da parte di tali tecnici: l’ultimo di questi risale allo scorso novembre, quando in seguito a una serie di invasi e svasi (che prese il via nel 2023), venne autorizzata l’ultima fase del collaudo, ovvero quella che prevede il raggiungimento del massimo livello di riempimento previsto.
Dopo questi dieci giorni si dovrà, infine, attendere ancora qualche tempo per la redazione e l’approvazione definitiva del collaudo. Questione di qualche mese, forse, ma intanto il dato più importante è quello relativo al completo espletamento di un iter storico, oltre che burocratico, che è stato lungo e tortuoso. Si ricorda, infatti, che in precedenza si era già arrivati a questo punto, con l’acqua che aveva raggiunto il suo massimo di sempre: era la fine di dicembre 2010, quando, proprio durante l’ultimo step di collaudo, si verificò il crollo di una parte del muro di sfioro. Il 29 dicembre, poco prima dell’incidente, l’acqua si trovò infatti a superare l’altezza dello scolmatore di 2 cm: in quell’occasione però, per ovvie ragioni, la procedura di collaudo non fu conclusa. Dopo quel momento, si sono susseguiti molti sviluppi: prima i tanti anni di sequestro, poi la ricostruzione del muro e infine questo nuovo atto finale che di fatto corrisponde con il completamento dell’opera.
Dopo i dieci giorni di tracimazione previsti, il livello dell’acqua sarà abbassato di un metro e, quindi, stabilizzato un poco al di sotto della soglia di sfioro. Nel frattempo, in un’ottica di collaborazione e partecipazione, l’EAUT ha già provveduto ad aggiornare tutte le autorità territoriali interessate: Prefetti di Arezzo e di Perugia, Presidenti delle Regioni Toscana e Umbria, Presidenti delle Province di Arezzo e di Perugia, e sindaci dei Comuni di Anghiari, Sansepolcro, San Giustino Umbro, Citerna, Città di Castello, Umbertide e Montone.
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