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Niccolò Neri: “L’ambiente in cui sono cresciuto ha influenzato la mia visione della musica”

Intervista al giovane chitarrista compositore originario di Città di Castello. “Il mio ultimo brano inserito nell’album della concertista internazionale Galimova”

Niccolò Neri è un giovane chitarrista compositore originario di Città di Castello. Dopo essersi laureato al conservatorio a Londra decide di tornare in Italia, dapprima a Pesaro dove prosegue il percorso di studi con una laurea magistrale in chitarra classica e poi nella sua terra di origine, in Valtiberina.

Fra i suoi ultimi componimenti spicca il brano “Tra e lum e u scur”, dedicato alla celebre concertista internazionale Valeria Galimova che ha deciso di includere proprio questo brano nel suo album “Lost and found”, in uscita il prossimo aprile. “Tra e lum e u scur” rappresenta il terzo movimento della raccolta “Tre Ritratti” dello stesso Neri, pubblicata dalla Bergmann Edition, casa editrice danese che da anni rappresenta il mondo della chitarra classica. Questo brano esplora le sfumature tra luce e oscurità, offrendo una profonda introspezione musicale.

Come nasce il tuo ultimo brano “Tra e lum e u scur” ?

Volevo fare una dedica a tre chitarriste donne che secondo me rappresentano la nuova generazione, in generale credo tanto nelle contaminazioni in musica. Questo brano fa parte di una raccolta che racchiude tre brani: il primo,  “Red tango shoes” è dedicato a Matilde Oppizzi, il secondo “Gli occhi della sconosciuta” è dedicato ad Aurora Orsini e il terzo è stato pensato per Valeria Galimova. Dei tre questo sicuramente è quello che ha avuto più fortuna, è stato suonato dalla stessa Galimova anche nel canale Youtube di SiccasGuitar , il canale più importante al mondo per la chitarra classica con 600 mila iscritti. Valeria, concertista di fama internazionale, mi ha poi comunicato che avrebbe voluto inserire questo mio brano nel suo album insieme a pezzi di altri compositori, per me è stata una grande soddisfazione.

Quando inizi ad appassionarti alla musica ?

La passione per la musica inizia a 6 anni, parto con suonare il pianoforte, poi alle medie mi dedico alla chitarra elettrica. Un giorno conobbi Marco William Duranti, grande conoscitore ed esperto di chitarra classica, avevo circa 12 anni, da lì mi sono appassionato a questo nuovo strumento. Più tardi, durante il conservatorio, ho iniziato a scrivere e a comporre per chitarra classica.

Quale genere di musica prediligi ?

Mi piace lavorare con un ramo della musica detta etnomusicologia, musica colta che deriva dalla tradizione popolare. Un altro brano che ho scritto si chiama proprio Suite popolare umbra ed è tratto dalle canzoni contadine di alcune zone dell’Umbria. Quando andai a Londra il mio maestro Marco William Duranti mi fece firmare con la Bergmann Edition editore danese, e la mia prima pubblicazione è stata proprio la Suite popolare umbra che è stata suonata anche da Angela Myer, chitarrista e concertista austriaca.

A quali altri progetti hai lavorato ?

Durante il periodo del Covid ho scritto un’operetta insieme a Fabio Masini, attualmente direttore del conservatorio Rossini e Alex Russo, mio collega direttore d’orchestra e clarinettista. Il componimento si intitola “Lo scrigno magico”, è un’operetta per bambini che ci è stata commissionata dalla Lega del Filo d’Oro.

Programmi per il futuro?

Valeria Galimova sta portando il suo ultimo album in giro per la Germania, io riuscirò ad essere presente a Dresda il 3 aprile per assistere ad un suo concerto, sarà un bel momento perché non ho mai ascoltato dal vivo il mio brano eseguito dalla Galimova. A livello di composizione, invece, ho in programma un disco che si intitolerà “Radici”: rappresenta un lavoro sull’etnomusicologia con brani che provengono da tre differenti parti del mondo, ovvero l’Umbria il Brasile e la Catalogna. Voglio esprimere la saggezza popolare della semplicità attraverso un componimento lento e bello da ascoltare.

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