A Città di Castello i festeggiamenti legati al periodo del carnevale hanno una lunga tradizione. Le prime testimonianze di veglioni mascherati e sfilate di carri per le vie del centro storico risalgono alla fine del 1800. Ritrovarsi per far festa era un appuntamento imperdibile per i tifernati che al tempo si affollavano sotto il portico di Palazzo Vecchio Bufalini, in Piazza Vitelli (oggi Piazza Matteotti); come scrive Alvaro Tacchini in Storie Tifernati:
“…Era lì che a partire dell’ultimo decennio dell’Ottocento si tenevano i festival popolari durante il carnevale. Affollati da chiunque volesse divertirsi con poca spesa e il massimo del buon umore, i festival attiravano gente dalla città e dalla campagna. A suono del concertino, incuranti della calca e della polvere che si sollevava, i tifernati gremivano il portico a partire dal primo pomeriggio e si davano alle danze con passione”.
Proprio intorno alla metà degli anni ’80 dell’800 apparve per la prima volta anche il carro allegorico raffigurante il gigantesco volto di Re Dodone, rappresentazione in cartapesta di quello che (si dice) fu il comandante della gendarmeria tifernate dell’epoca. Tale raffigurazione fu riproposta per la seconda volta nel 1905 con il nome di Dodone II e poi negli anni ‘30 del 1900. In quel periodo a Città di Castello era attiva la Società dei Tipografi, associazione nata per rafforzare i legami fra i tipografi della città; a tal proposito, Tacchini scrive che:
“La Società dei Tipografi era nata soprattutto per festeggiare il Carnevale. Il primo veglione della categoria ebbe luogo nel 1924 al Teatro La Vittoria (…). Da allora il veglione dei tipografi rappresentò a lungo uno dei momenti più sentiti del carnevale tifernate. Nel corso della sfilata di carri mascherati del 1931 la Società dei Tipografi ripropose il Re del carnevale tifernate, “sua maestà Dodone”. Il carro con l’enorme testa di Dodone III – l’ultima sfilata, con Dodone II, aveva avuto luogo nel lontano 1905- sfilò per le strade della città (…)”





Dopo la sfilata del 1931 la Società avrebbe voluto riproporre il carro di Dodone, ma a causa delle restrizioni imposte dal regime fra le quali il divieto di mascherarsi in occasione del Carnevale, la Società rimase inattiva fino al 1946, periodo in cui fu finalmente ricostituita. “La fine degli anni Quaranta vide rifiorire il carnevale cittadino che la Società dei Tipografi contribuì a vivacizzare con il suo veglione sociale e la partecipazione ai corsi mascherati e un ricco panorama di iniziative promosse dalla associazioni professionali e rionali”.
Proprio le società rionali si fecero negli anni promotrici dei tradizionali Veglioni di Carnevale che inizialmente si svolgevano presso il Teatro degli Illuminati; oltre a canti, balli e divertimento in queste occasioni non potevano certamente mancare i cosiddetti crostini “briachi”, tipico dolce tifernate a base di pane raffermo, cioccolato, alchermes e liquore.
Negli anni la tradizione dei veglioni si è mantenuta salda, come anche le feste di carnevale in piazza che attraggono da sempre grandi e piccini.
Si ringrazia Alvaro Tacchini per la gentile collaborazione. Immagini della Fototeca Tifernate