Con lo spettacolo Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli di e con Simone Cristicchi, andato in scena sabato 8 giugno nella suggestiva Basilica di San Francesco ad Assisi, si è chiusa l’edizione 2025 del Festival dei Cammini di Francesco. Una manifestazione che ha attraversato l’Umbria e la Toscana per dodici intense giornate, raccogliendo un’ampia partecipazione e offrendo contenuti di qualità in grado di coniugare cultura, spiritualità e attualità.
Organizzato dalla Fondazione Progetto Valtiberina, il Festival era partito l’11 maggio con un’anteprima a Perugia, per poi entrare nel vivo dal 29 maggio all’8 giugno, con un fitto calendario di camminate guidate, incontri, spettacoli e laboratori nei luoghi simbolo del francescanesimo. Dall’apertura a Santa Croce a Firenze alla conclusione ad Assisi, il cammino del Festival ha coinvolto numerosi comuni dell’Alta Valle del Tevere, promuovendo il territorio come spazio di connessione e condivisione.
Tra cammini, palchi e parole: un festival diffuso e partecipato
Ogni mattina il programma ha proposto una camminata nei principali luoghi francescani, organizzata in collaborazione con il Circolo degli Esploratori, offrendo ai partecipanti la possibilità di immergersi nelle bellezze naturali della vallata e nella spiritualità dei suoi sentieri.
La vera novità dell’edizione 2025 è stata la presenza di due palchi principali serali: il Bosco Urbano di Piazza Torre di Berta a Sansepolcro e il nuovo Anfiteatro Verde al Parco Ansa del Tevere di Città di Castello, che hanno ospitato talk, concerti e spettacoli con ospiti di rilievo nazionale e voci emergenti del territorio. Una proposta serale che ha saputo unire generi e linguaggi differenti, offrendo momenti di riflessione e ascolto a un pubblico ampio e variegato.
“Gioia, Armonia, Fraternità”: parole chiave per leggere il presente
Il titolo scelto per il 2025 – Gioia, Armonia, Fraternità – ha celebrato gli 800 anni del Cantico delle Creature, ispirando i contenuti e i temi affrontati durante la manifestazione. Dal dramma dei conflitti internazionali alla sostenibilità ambientale, passando per le questioni sociali e spirituali, il Festival ha confermato la sua vocazione a farsi spazio di dialogo tra memoria e contemporaneità, nel segno del messaggio francescano.
«È stato un festival intenso e articolato – ha commentato David Gori, presidente della Fondazione Progetto Valtiberina – ma era naturale che fosse così: il progetto cresce ogni anno, coinvolgendo nuovi territori e nuove istituzioni. La sua forza sta nella capacità di essere inclusivo, generando partecipazione e confronto autentico». Gori ha poi espresso gratitudine verso il pubblico, gli artisti, i volontari e i partner che hanno contribuito al successo dell’iniziativa.





















