“Dipingi dal vero! Il vero nutre, il vero dà continua ispirazione”. Con queste parole, che non nascondono gioia e un po’ di nostalgia, Carlo Ciucchi, detto “Picchio”, allievo di Pietro Annigoni, ricorda il padre del Realismo italiano, visitando le sale di Villa Gennaioli, luogo atto a custodire l’immenso patrimonio artistico del pittore, giunto incredibilmente ad Anghiari, in un remoto angolo della provincia Toscana.
La Banca di Credito Cooperativo di Anghiari e Stia, dalla fine di dicembre, ha iniziato ad aprire gli spazi della villa, avuta anch’essa in dono dalla famiglia Gennaioli, per fare sì che il pubblico possa ammirare la collezione delle opere del “Pittore delle Regine”.
Questo il soprannome dato a Pietro Annigoni, pittore nato a Milano nel 1910, ma naturalizzato fiorentino già in giovane età. Sì, perché Annigoni, a cui oggi è dedicata la via omonima nel capoluogo Toscano e un intero museo stabile a Villa Bardini, era stato ribattezzato così dalla stampa dell’epoca in quanto ritrattista di nobili e Capi di Stato. Il ritratto più famoso da egli eseguito è probabilmente quello alla regina Elisabetta II di Windsor nel 1955, solamente due anni dopo la sua incoronazione. Ritratto che poi costituì l’immagine stampata su alcune banconote diffuse nell’isola di Mauritius.

Non solo, Annigoni ha ritratto alcune delle figure più importanti del secolo scorso, immortalando un’epoca con la forza evocativa della pittura senza mai rinunciare al suo amore per il realismo: papa Giovanni XXIII, il presidente John Fitzgerald Kennedy, altri membri royal family britannica come il principe consorte Filippo di Edimburgo, la principessa Margaret, la regina madre, e poi il nostro primo presidente del consiglio italiano Alcide De Gasperi, lo scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi, e la regina Margherita II di Danimarca.
Oggi, 37 anni dopo la scomparsa dell’autore, ben 119 dipinti, più affreschi, statue e oggetti di lavoro di Annigoni (tra cui il cavalletto del quale si serviva per dipingere) sono custoditi nel palazzo storico sito lungo la Via Nova. Ma com’è possibile che una collezione tanto grande sia giunta fin qui? Per rispondere è intervenuto il direttore dell’istituto di credito Fabio Pecorari:

Annigoni ha lasciato qui ad Anghiari parte della sua produzione grazie alla sua seconda moglie Rosa Segreto Annigoni. 119 dipinti più uno, come a ricordare gli anni di vita della Bcc.
“Esatto. È l’abbinamento giusto. Il ‘più uno’ era già qui con noi da anni, poiché la banca lo ereditò dall’allora Cassa Rurale di Stia. Oggi ne abbiamo ricevuti altri 119, che casualmente porta in numero a 120, così come gli anni di vita della nostra banca. Il corpus delle opere di Annigoni, che sono quelle di pertinenza della sua seconda moglie Rosa, detta “Rossella”, constano poi di altri 500 sanguigne, 700 disegni… c’è un vero patrimonio, senza contare poi curiosità, i suoi libri e i suoi premi. Il patrimonio di una vita”
Un corpus che oltre alle opere d’arte contiene anche le sue memorie.
“Annigoni, come tutti sanno, era conosciuto come ‘il pittore delle regine’ perché divenne famoso in tutto il mondo dopo aver ritratto la regina d’Inghilterra Elisabetta II. All’epoca, egli alloggiava a Buckingham Palace, come scrive nei suoi diari. Sappiamo tutto questo perché anche questi ultimi ci sono arrivati attraverso questa grande donazione: si tratta di testi autografi non pubblicati, differentemente da un libro di memorie che invece era già stato edito ma copre solo fino al 1969. Questi diari sono documenti stupendi perché contengono riflessioni, disegni e idee che egli annotava sul foglio mentre viaggiava. Annigoni ha viaggiato molto e ha realizzato la sua prima mostra a Londra già nel 1961”.
Come ha fatto la Bcc di Anghiari a essere scelta come destinataria di questo patrimonio artistico?
“Per una serie di vicissitudini, di coincidenze come spesso la vita ci riserva, siamo entrati in possesso di questo lascito testamentario perché la moglie Rossella voleva che la figura di suo marito come pittore fosse valorizzata e ricordata. Aveva già espresso questa sua volontà nel 2016, quando io la conobbi personalmente e venne a visitare Villa Gennaioli. Lei non voleva che le opere fossero lasciate a Firenze, e noi ci siamo resi disponibili. Lei si è ricordata di noi e ha indicato noi come destinatari della donazione”.





Villa Gennaioli è uno spazio storico del Comune di Anghiari. Come organizzerete l’esposizione?
“Oggi la villa è pronta ad esporre le opere e ci stiamo ancora lavorando. Attualmente è già allestita la sala degli autoritratti di Annigoni, ma la maggior parte delle opere devono ancora essere debitamente collocate. Vogliamo che ogni suo dipinto, affresco o scultura venga valorizzato il più possibile: per questo abbiamo deciso di costituire un comitato scientifico e ci siamo rivolti anche alla consulenza del vicino Museo della Battaglia e di Anghiari di Palazzo Marzocco. Crediamo che questa possa essere una cosa molto importante per Anghiari. Ci organizzeremo in sinergia con il Comune e la cittadinanza per fare di questo posto un luogo di attrazione. Questo è un corpus di grande valore artistico, necessario per capire l’arte del suo storico e ciò che è venuto dopo”.
Attualmente la villa è aperta al pubblico solo in poche occasioni programmate. Gli orari e il numero delle opere esposte sono destinati ad aumentare?
“La fruizione verrà sicuramente aumentata. Con il Museo della Battaglia ci stiamo già organizzando per distribuire le opere tra le due strutture. Si tratta di un progetto in divenire che cercheremo di gestire attraverso un comitato scientifico. Le opere sono talmente tante che esporle tutte contemporaneamente in un unico luogo risulta pressoché impossibile; quindi, immaginiamo anche di metterle in mostra un po’ alla volta alternandole. Villa Gennaioli non è solo un museo per esporre le opere di Annigoni, potrebbe diventare un centro per studiarne la vita, richiamando esperti e ricercatori e utilizzando i diari e le memorie che lui stesso ci ha lasciato. Per farlo stiamo pensando di coinvolgere anche Università e accademie affinché gli studenti possano venire qui ad analizzare i testi”.