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Alla Battaglia! Riapre il museo di Palazzo Marzocco ad Anghiari

La pinacoteca sita in piazza Mameli spalanca le sue porte al pubblico dopo quasi un anno di restauri

La nuova direttrice Benedetta Spadaccini

La novità incontra la tradizione nel segno dell’accessibilità. Sabato 12 ottobre alle 15.30 il Museo della battaglia e di Anghiari riapre le sue porte ai visitatori dopo quasi un anno di lavori e cambiamenti, e si presenta rinnovato nella forma e nella sostanza.

Vincitore di un bando del Ministero della Cultura e finanziato con fondi del Pnrr, il Palazzo Marzocco oggi dispone di un moderno ascensore di vetro che permette a tutti, in particolare alle persone con disabilità, di fruire dei suoi tesori e fa sì che la struttura non dimostri i suoi ormai cinquecento anni d’età.

Il merito è sicuramente da attribuire a Benedetta Spadaccini, neodirettrice emiliana che ha preso le redini della galleria, caricandosi in spalla il peso di un passato importante ma con uno sguardo rivolto al futuro: “Accessibilità per noi significa due cose: abbattere le barriere architettoniche in modo tale che più persone possibile possano visitare la struttura, ma anche fruizione online. L’intera collezione del museo è stata digitalizzata e ora fa parte di un archivio online consultabile da tutti”.

spadaccini

Istituito nel 2000, il Museo della Battaglia e di Anghiari è il museo storico della comunità anghiarese (insieme al dirimpettaio Museo Taglieschi). Il Palazzo Marzocco prende il suo nome dalla statua raffigurante il leone fiorentino, simbolo della sovranità popolare, anticamente sito sullo spigolo dell’edificio e andato perduto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

In esso sono esposte selezioni di alcune delle più importanti collezioni del territorio: dalla Preistoria al 1700, dagli strumenti in pietra dell’Uomo di Neanderthal fino alle armi da fuoco prodotte dagli artigiani nel XVIII secolo. Il fil rouge che lega insieme la collezione è proprio la capacità dell’essere umano di sfruttare risorse a sua disposizione e farne utensili e poi arte. D’altronde, come sosteneva il filosofo francese George Bataille, è proprio nelle grotte dei Neanderthal che nasce l’arte, e quindi l’umanità.

Fra gli oggetti esposti trova spazio anche una scultura di epoca romana in cristallo di rocca, raffigurante la testa della divinità Pan, databile attorno al II secolo d.C. La parte regina dell’esposizione è però quella dedicata alla battaglia di Anghiari, che narra l’incompiuta rappresentazione pittorica di Leonardo da Vinci e l’importanza storica del fatto d’armi.

Non solo Leonardo e il Rinascimento. La direttrice Spadaccini ha deciso di aprire il museo alla contemporaneità: “Dal 7 novembre dello scorso anno abbiamo effettuato una ristrutturazione profonda che ci ha imposto di ripensare i nostri spazi. Nella stanza dove prima era situato il bookshop, oggi è presente una sala dedicata all’arte contemporanea, visitabile da tutti senza bisogno di biglietto di ingresso o prenotazione”.

“Al centro trova spazio l’opera Pacem in Terris di Emilio Isgrò, realizzata nel 2019, una denuncia contro tutte le guerre e una condanna contro la violenza – prosegue la direttrice –. Accanto, inoltre, è collocata La battaglia fantasma di Anghiari, dell’artista Francesco Merletti, che ricolloca i volti dei soldati in battaglia al di fuori del loro contesto originario per evidenziarne la sofferenza e omaggiare l’opera perduta di Leonardo”.

Il lavoro, realizzato in sinergia con la cooperativa Toscana d’Appennino, il Comune di Anghiari e il Museo Taglieschi è stato notevole. I tre piani sono stati ristrutturati e tutte le opere ricollocate in una nuova disposizione che le valorizzi appieno. Alla domanda su quale sia il lavoro di cui va più orgogliosa, la direttrice risponde in modo “materno”: “Tutte le opere sono uguali”, perché tutte raccontano un pezzo di storia e rappresentano con egual valore il museo.

All’interno trovano spazio opere come Il mostro marino incisione a bulino di Albrecht Dürer, Amore, morte e Aldilà di Max Klinger e la Vittoria di Alessandro su Dario, un rifacimento di Pietro Aquila da un’opera di Pietro da Cortona.

Le migliorie, come si è visto, sono multiformi e anche multimediali. Il grande plastico in scala di Roberto Paci Dalò che rappresenta la piana di Anghiari dove il 29 giugno del 1440 ebbe luogo la battaglia poi ritratta da Leonardo è stato ricollocato in una sala dove al plastico in scala vengono aggiunte immagini alle pareti e luci diegetiche che ne evidenzino i dettagli.

anghiari museo

Alle 10.30 di sabato, presso l’Auditorium “Pietro Mascagni”, si è svolta una tavola rotonda alla presenza delle istituzioni, tra cui il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, per presentare il lavoro svolto e l’importanza dei risultati raggiunti: “Il Covid è stato un momento tragico nel quale i musei sono stati costretti a una pausa di riflessione – spiega l’ex direttore Gabriele Mazzi, oggi in Regione Toscana –. Questo ci ha permesso di riflettere sulle criticità e le potenzialità della struttura. Abbiamo presentato un progetto per l’accessibilità finanziato tramite fondi del Pnrr e il nostro museo è arrivato 41° in classifica, un risultato enorme considerata la nostra storia e la grandezza degli altri partecipanti”.

Un momento che rappresenta un passaggio di consegne tra Mazzi e Spadaccini, la quale afferma che il lavoro non è finito, ma appena iniziato: “Ci sono moltissimi progetti che vogliamo realizzare. Il primo, che speriamo di realizzare entro la fine dell’anno, è di effettuare uno scambio di opere con il museo Taglieschi. Vorremmo ospitare una grande mostra interamente dedicata alle antiche armi da fuoco, che attualmente sono divise tra le due strutture”.

Alla domanda se le armi potranno essere utilizzate a scopo dimostrativo la direttrice sorride: “Chi può dirlo?”.

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