Al museo Malakos di Città di Castello è stata inaugurata una nuova mostra permanente, “Traffic”, la prima in Umbria per tipologia di collezione. Si tratta di un’interessante esposizione che comprende un vasto assortimento di manufatti, oggettistica varia e reperti animali e vegetali sequestrati dal raggruppamento CITES dell’Arma dei Carabinieri in quanto frutto di traffici e attività illecite.
La mostra nasce con l’intento di sensibilizzare maggiormente la comunità sui rischi che derivano dagli acquisti non controllati e non certificati di oggetti e manufatti provenienti da paesi esteri, con il rischio di incorrere anche in denunce e pesanti sanzioni. Per controllare tali traffici e ridurne drasticamente la portata è nata CITES, la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie minacciate di Fauna e Flora Selvatiche, un accordo internazionale tra governi: il suo obiettivo è garantire che il commercio internazionale di esemplari di animali e piante selvatiche non minacci la sopravvivenza della specie.
La collezione tifernate vanta numerosi pezzi, alcuni decisamente bizzarri, come bottigliette vendute a scopo terapeutico contenenti alcool, piccoli cobra e bacche (la cosiddetta medicina cinese), pelli di coccodrillo e varano, carapaci di tartarughe, oggetti in avorio, teschi di animali esotici e la pelle di un pitone lungo 4 metri.
“Questa mostra è il frutto di un lavoro durato ben due anni e rappresenta soltanto l’inizio di un percorso che vogliamo portare avanti anche con le scuole” è quando dichiarato da Debora Nucci, direttrice del museo Malakos. “Molto spesso si pensa che il traffico di animali e vegetali sia una banalità, in realtà si parla di un giro d’affari di oltre 20 milioni di dollari all’anno. Per questo serve sensibilizzare le persone e far capire loro che spesso gli oggetti che acquistano in paesi esteri non sono souvenir, ma specie che vivono in un ecosistema e che molti di questi spesso non si possono acquistare.
Le nostre visite saranno caratterizzate anche da un momento sensoriale, si potranno toccare e guardare da vicino tutti gli oggetti esposti così da capire nel profondo tutto ciò che causano queste attività. Teniamo particolarmente a ringraziare il Generale di Brigata Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento CITES di Perugia, il Colonnello Loredana Farneti, capitano del raggruppamento CITES di Perugia e il Maresciallo Maria Fausta Spampinato con i quali abbiamo portato avanti questo interessante progetto”.