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Il Giubileo parte importante nei messaggi di Natale dei vescovi Migliavacca e Paolucci Bedini

“Pellegrini di Speranza” è il tema portante, sul quale hanno impostato le riflessioni, non dimenticando i problemi del momento e le guerre in atto

In vista del Natale, i vescovi delle diocesi alle quali appartiene l’Alta Valle del Tevere tosco-umbra – monsignor Andrea Migliavacca per quella di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e monsignor Luciano Paolucci Bedini per quella di Città di Castello e Gubbio – hanno inviato il loro tradizionale messaggio ai fedeli. “Il Natale annuncia una notizia sorprendente, quella che Dio per primo è venuto a incontrarci – ha scritto monsignor Migliavacca – e il mio auspicio è quello che ciascuno di noi possa scoprirlo nella propria vita. Un invito per tutti ad abitare oggi la sofferenza, la povertà, la malattia, la solitudine con gli occhi della speranza”.

Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha ricordato anche gli 800 anni dal primo presepio realizzato a Greccio da San Francesco, invitando tutti a farlo per celebrare la nascita di Cristo, ma poi si è purtroppo soffermato anche sulla guerra e sulle guerre in atto che minacciano la fraternità universale. “È importante anche utilizzare un linguaggio di pace che non alimenti i conflitti e il riarmo, ma che continui a ripetere che vogliamo la pace, che la vera vittoria è la pace. Quella del Natale è un’occasione per invocare e chiedere pace per tutti”, ha detto monsignor Migliavacca, che poi ha esteso la sua riflessione anche alle tante famiglie provate dalla divisione, dalle difficoltà economiche e dai giovani. Infine, il vescovo si è soffermato sull’imminente apertura del Giubileo. “Il tema di questo Giubileo è ‘Pellegrini di Speranza’. Il Papa ci invita affinché sia occasione per portare speranza e a riportare giustizia ed equilibrio nella vita, nella natura e nelle relazioni. Il Papa invita a metterci in pellegrinaggio e attraversare la Porta Santa a Roma”.

Nella diocesi aretina, il Giubileo verrà fatto sabato 28 dicembre alle 16.30 nella basilica di San Domenico in Arezzo e, dopo una processione, alle 17 inizierà l’Eucarestia in Cattedrale. Il giorno seguente ci saranno liturgie specifiche presiedute dai rispettivi parroci nella Concattedrale di Cortona (ore 11) e nella Concattedrale di Sansepolcro (ore 18). Nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro si è cercato di valorizzare alcuni tra i principali santuari del territorio e le varie zone della diocesi. Le chiese sono: Camaldoli, La Verna, eremo di Montecasale insieme alla Concattedrale di Sansepolcro, Castelnuovo Berardenga, Vertighe, santuario di Santa Margherita a Cortona e Cattedrale. A questi si aggiungono due luoghi segno, il primo è la chiesa di Rondine per richiamare l’impegno per la pace, specie nei giovani, il secondo è la chiesa dell’ospedale San Donato, luogo di presenza per chi ha bisogno della grazia e Misericordia di Dio, per i familiari dei degenti e gli operatori sanitari. Infine viene dato rilievo al carcere di Arezzo inteso come luogo di Misericordia di Dio.

Da monsignor Migliavacca a monsignor Paolucci Bedini: “L’Avvento – scrive – ci scuote e ci invita ad alzare lo sguardo dentro lo stordimento della quotidianità, per restituire la parola al Signore della Vita e della storia che ci offre di nuovo il senso del nostro esistere e l’orizzonte del nostro andare. In mezzo alle pagine lieti e tristi della vicenda umana, Dio si racconta e svela il suo desiderio di comunione eterna con le sue creature. Il nostro cuore intuisce che davanti a tutto ciò che ci offende e ci turba, ma anche in tutto quello che ci commuove e ci affascina, è nascosto un mistero che sentiamo necessario e che non sempre riusciamo a cogliere”. Inevitabile, anche da parte sua, il riferimento al Giubileo del 2025 e al suo significato. “L’essere pellegrini ricorda a noi creature la dimensione precaria del cammino, per la quale si apprende l’essenziale e in cui ci si spoglia dl superfluo, così da permettere un andare verso la metà che, in questo caso è, compagna di viaggio, guida esperta e solidale, orizzonte che attira lo sguardo e porto sicuro per un approdo di pace. Questa Speranza è la persona stessa di Gesù, il Figlio di Dio, che per noi si è chinato sulle nostre fatiche e per noi ha offerto la sua stessa vita nel sacrificio della Croce. Vita offerta che, per l’amore con cui è stata donata, vince la morte e diviene il segno eterno della nostra Speranza.

L’anno del Giubileo, che vivremo insieme anche come chiese della regione Umbria nel settembre prossimo, sarà una bella occasione per rinnovare la nostra relazione con il Signore Gesù, attraverso la meditazione della sua Parola, la grazia dei Sacramenti che possiamo celebrare e la riscoperta della relazione fraterna nelle nostre comunità di fede. Le sacre scritture ricordano come il tempo giubilare è sempre il momento buono per riordinare la propria vita a partire dalla verità di Dio e dalla sua volontà. Il nostro esistere è radicato nella Santissima Trinità e, solo se è in sintonia con la sua stessa vita, trova significato e felicità piena. In questo nostro mondo, inutilmente impegnato a generare falsi motivi di speranza ma, in realtà, disperatamente assetato della vera Speranza, sentiamo forte, per ciascuno di noi, la chiamata a soffiare sulle braci della nostra fede per lasciar scaturire ciò che lo Spirito ci ha donato e condividerlo con i nostri fratelli”.

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