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I festeggiamenti per la Liberazione a Sansepolcro

La presidente dell'Anpi Fabbroni: “25 aprile data del riscatto”

La cerimonia nel parco di via XXV Aprile a Sansepolcro

Dopo due anni in cui le celebrazioni si erano svolte in forma ridotta a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, Sansepolcro è tornata a festeggiare la Liberazione dal nazifascismo secondo il consueto programma. La leggera pioggia caduta a tratti non ha disturbato la manifestazione, che ha visto il ritrovo dei partecipanti davanti alle logge di Palazzo delle Laudi e poi il trasferimento in corteo presso il parco di Via XXV Aprile.

Ad aprire il cammino è stata la banda della Società Filarmonica dei Perseveranti, che ha accompagnato l’intera cerimonia con musiche della Resistenza, brani tradizionali e l’inno di Mameli. A seguire hanno sfilato il gonfalone del comune, le autorità civili e militari, le associazioni e i vessilli dell’Anpi e delle forze politiche, insieme ai cittadini che hanno percorso l’intero corteo o si sono uniti durante il tragitto che attraverso Via XX Settembre e Viale Diaz ha condotto al monumento di Via XXV Aprile.

Qui è avvenuta la deposizione della tradizionale corona di fiori in memoria dei caduti ed è stato suonato il Silenzio. Hanno quindi preso la parola il sindaco Fabrizio Innocenti e la presidente dell’Anpi Patrizia Fabbroni. Per Innocenti “il 25 aprile è una vera e propria festa perché celebriamo la liberazione della nostra bella Italia dall’oppressione nazifascista e la vittoria della democrazia e della libertà, valori per noi imprescindibili. Non appena avvenuta la Liberazione – ha detto il sindaco – gli italiani impiegarono pochissimo tempo a ricostituire le strutture democratiche e a produrre il meraviglioso testo della nostra Costituzione, perché nonostante 20 anni di dittatura non venne mai meno una cultura giuridica e liberalista data dai profondi valori che ci derivano dall’illuminismo e dal risorgimento”.

Grazie a questi principi “gli italiani non stettero supinamente ad aspettare la liberazione ma fecero la loro parte con coraggio. C’erano tutti gli italiani, uomini e donne, giovani e meno giovani, studenti e lavoratori di ogni settore, religiosi e militari, comunisti , democristiani, azionisti, monarchici, socialisti, liberali, repubblicani, anarchici: senza distinzione – ha detto Innocenti – hanno condotto la guerra di liberazione mettendo in pericolo la loro vita e in alcuni casi perdendola. In onore a loro vogliamo continuare a celebrare questa ricorrenza come una vera e propria festa condivisa, affinché accresca in noi i valori della Resistenza, dell’unità e della solidarietà verso chi nei tempi che stiamo vivendo subisce quel destino che anche noi subimmo. Viva la Resistenza, viva la libertà, viva l’Italia”, ha concluso Innocenti dopo aver ricordato i profughi ucraini che ha avuto occasione di incontrare a Sansepolcro.

Patrizia Fabbroni ha spiegato che “il 25 aprile, data del proclama dell’insurrezione generale del Nord Italia, fu scelto come ricorrenza perché era la data del riscatto. Non dobbiamo dimenticare che fino all’8 settembre 1943 eravamo stati una forza occupante e insieme alle forze armate tedesche avevamo invaso tutta l’Europa e il Nord Africa, dando inizio alla più grande devastazione del Novecento. Quindi era importante ricordare che esisteva un’altra Italia, di coloro che avevano detto di no, che durante il ventennio fascista erano una minoranza, e avevano scelto la resistenza, prima fatta di processi e incarcerazioni e poi è stata una resistenza armata e anche una resistenza civile”.

“In questi giorni – ha proseguito Fabbroni – abbiamo sotto gli occhi quello che sta accadendo. Sappiamo che esistevano altri conflitti nel mondo, ma nel nostro egoismo non avevamo colto quanto la nostra possibilità di essere liberi e di poter vivere una vita in pace fosse un valore imprescindibile e difficile. Un valore che abbiamo conquistato il 25 aprile 1945 e che ci porta a dire che non possiamo accettare questa guerra. In questo momento c’è un popolo in fuga e quindi voglio dedicare questa giornata al popolo ucraino, che è il paradigma di tutti coloro che fuggono e sono profughi. La pace si costruisce solo con la democrazia e con la consapevolezza di quanto questo percorso sia complicato”.

A seguire, prima della chiusura della cerimonia con altri brani suonati dalla banda, è stato ricordato con una targa consegnata al figlio Piero il partigiano Athos Fiordelli, scomparso 35 anni fa, che fu protagonista della Resistenza e poi sindaco di Sansepolcro negli anni sessanta. La mattinata ha visto inoltre una commemorazione nella frazione di Santa Fiora, mentre per le 16 l’Anpi ha organizzato una cerimonia presso la sala consiliare di Pieve Santo Stefano in ricordo di Fabio Cangi e Adorno Mastacchi, che operarono come partigiani garibaldini in Montenegro.

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