Una riflessione profonda, condivisa e partecipata quella che si è tenuta venerdì 11 aprile presso il Museo della Madonna del Parto di Monterchi, in occasione del quarto incontro dell’itinerario “Sulle tracce della Speranza”. L’iniziativa, promossa dal Centro Culturale Dià-Logos e dall’Azione Cattolica Italiana con il patrocinio del Comune di Monterchi, ha richiamato numerosi partecipanti per un confronto sul tema “La speranza nell’arte”, al centro di una serata intensa, arricchita da voci autorevoli del mondo della cultura e della spiritualità.
Ad aprire l’incontro sono stati i saluti di Don Alphonse Onena, parroco di Monterchi, insieme a un rappresentante dell’amministrazione comunale. A seguire l’intervento introduttivo dell’architetto e saggista Pierluigi Cestelli, che ha accompagnato il pubblico in una riflessione sulle molteplici declinazioni della speranza nella cultura artistica europea.

Il cuore dell’incontro è stato rappresentato dalla lectio di Anselmo Grotti, docente di linguaggi digitali presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Santa Caterina da Siena” di Firenze. Il suo intervento, dal titolo provocatorio “Arte. Praticare la speranza al tempo degli algoritmi”, ha offerto una chiave di lettura attuale e originale sul ruolo dell’arte nel contrastare le derive disumanizzanti dell’era digitale, rilanciando l’importanza del simbolico, dell’immaginazione e del sacro nella costruzione di una nuova fiducia collettiva.
A completare il quadro è stata Valeria Nencini, dottoranda in storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Firenze, che ha proposto una lettura storica e sensibile dell’esperienza artistica come linguaggio di salvezza, resilienza e rinascita.
Nel suggestivo scenario del museo che custodisce la celebre opera di Piero della Francesca, l’incontro ha rappresentato un’occasione per riscoprire l’arte come gesto comunitario, via di speranza e strumento di resistenza spirituale.