Con le ingenti precipitazioni delle ultime ore, nell’arco temporale di un solo giorno – dalla mattina di lunedì 5 maggio fino a quella di martedì 6 maggio – nella stazione meteorologica di Montedoglio si è registrato un accumulo di acqua piovana di 79,8 mm. Tale valore, consultabile sul sito del Servizio Idrologico della Regione Toscana, può fornire un’idea di quanto, in maniera diffusa, le recenti piogge abbiano contribuito a incrementare le portate dei corsi corsi d’acqua, facendoli talvolta arrivare in prossimità dei livelli di guardia. Questo non è però accaduto nel tratto del Tevere che si trova a valle dell’invaso: buona parte dell’eccezionale apporto di acqua piovana è infatti stata trattenuta all’interno del bacino artificiale, evitando che il fiume si ingrossasse più del dovuto.
L’azione di laminazione effettuata da Montedoglio ha, di fatto, evitato che i 70 mc/s (metri cubi al secondo) in eccesso che in alcuni momenti si sono riversati nel lago artificiale, confluissero nel Tevere, impedendo così che questo superasse la sua massima portata transitabile di 100 mc/s. Qualcosa di simile, del resto, era successo lo scorso marzo, quando durante la fase di tracimazione prevista dal collaudo, l’invaso era riuscito a trattenere un surplus di acqua che, in entrata, aveva fatto registrare picchi di 150 mc/s.
Come conseguenza di tutto ciò, tra lunedì e martedì il livello idrico del bacino è passato da 391,62 metri sul livello del del mare a 392,26. Considerando il fatto che verosimilmente, in seguito agli accordi di programma pattuiti dalle regioni Toscana e Umbria, la quota dell’acqua di Montedoglio sarà tenuta, in condizioni normali, intorno ai 390,50 metri sul livello del mare, quindi più di tre metri sotto il massimo previsto di 393,60, è facile supporre che anche di fronte all’eventualità di eventi meteorologici straordinariamente intensi, la diga riuscirà comunque a effettuare un importante lavoro di laminazione. Tenendo conto, infatti, dell’ampiezza dell’invaso, il dislivello che va dalla quota di 390,50 metri fino a quella massima di tracimazione, si può evincere che all’occorrenza l’impianto di Montedoglio può arrivare a stoccare un potenziale quantitativo di acqua di circa 18 milioni di metri cubi. E ciò senza soffermarsi sul fatto che persino al di sopra del limite di tracimazione per un po’ lo stesso tipo di azione sarebbe garantita.
Tutto questo ragionamento – assieme ai dati raccolti nelle ultime ore che sono stati considerati in maniera esemplificativa – consente di riportare in primo piano un’opera benefica che, obiettivamente, l’infrastruttura è in grado di generare per i territori a valle del suo sistema di sbarramento: dall’area di Viaio (Anghiari), Santa Fiora (Sansepolcro), fino a Pistrino (Citerna) e Città di Castello, la possibilità di tenere sotto controllo la portata del Tevere può senz’altro contribuire a evitare che, in concomitanza di eventi atmosferici straordinariamente virulenti, possano generarsi problemi significativi o disagi per la popolazione residente.