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La Valtiberina sotto esame dell’Asl per monitorare il livello di pesticidi e nicotina

Lo studio sarà effettuato tra giugno e luglio in prossimità delle coltivazioni di tabacco

A ottobre 2023 avevamo provato ad approfondire il tema dei pesticidi in Alta Valle del Tevere. Tale lavoro, effettuato sulla falsariga del precedente focus sui fertilizzanti, si era concluso lasciando aperti molti interrogativi. Sia per quanto riguarda la Valtiberina toscana che l’Altotevere umbro, infatti, era stato impossibile ricostruire un quadro informativo completo a causa dell’assenza di molti dati. Gli unici parametri disponibili che riuscimmo a raccogliere ed esaminare furono quelli rilevati dall’Ispra sulle acque superficiali e profonde (Rapporto nazionale sui pesticidi 2022), dai quali non emerse praticamente nulla di anomalo rispetto al più ampio contesto umbro e toscano. Soltanto per il 2019 era stato segnalato un più alto livello di glifosato a Città di Castello, nella zona di Rio Secco (0,18 mg/litro, quando la soglia massima di legge è di 0,1), poi però subito ristabilizzatosi sotto il livello di guardia a partire dall’anno successivo. L’approfondimento si concluse pertanto con la consapevolezza che per monitorare l’effettiva diffusione di pesticidi in Alta Valle del Tevere sarebbero state necessarie altre analisi, come quelle sui terreni, sull’aria e sui prodotti agricoli coltivati in zone e in momenti dell’anno in cui si concentrano maggiormente certi trattamenti.

In questa situazione, davanti a uno scenario alquanto lacunoso, non può non avere una certa rilevanza la notizia che l’Asl Toscana sud est quest’estate, tra giugno e luglio, effettuerà un’indagine sulla concentrazioni di pesticidi e nicotina in Valtiberina. La raccolta dei dati, effettuata attraverso specifici “wipe test” (tamponi superficiali), riguarderà almeno 50 abitazioni ubicate in aree limitrofe a quelle di coltivazione del tabacco. Al fine di ottenere un dato veritiero, nel campione non saranno comprese famiglie in cui siano presenti fumatori o persone direttamente coinvolte nella coltivazione del tabacco. La scelta del periodo estivo, inoltre, aiuterà a rendere evidenti eventuali contaminazioni sull’ambiente, dato che in questa parte dell’anno si registrano i più alti livelli di dispersione dei pesticidi e di evaporazione di nicotina dalle foglie di tabacco.

Come specificato dall’Asl Toscana sud est, l’indagine si pone come obiettivo quello di approfondire le conoscenze che riguardano la tutela dell’ambiente e la salute pubblica. “Lo studio – è stato spiegato nella nota diramata dello stesso ente – si basa su rigorosi criteri scientifici e si inserisce nel solco delle attività già condotte dal Laboratorio di Sanità Pubblica di Siena a partire dal 2017, quando era stata effettuata una valutazione dell’esposizione professionale (inalatoria e cutanea) agli operatori addetti alla cimatura del tabacco, rilevando valori ampiamente inferiori ai limiti consentiti dalle norme di legge.”

In definitiva, nei prossimi mesi si potrà finalmente fare luce su un fenomeno che, pur essendo da anni molto dibattuto, non è mai stato, fino ad ora, messo a fuoco con dei dati chiari e concreti.

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