News

Sansepolcro: riapre il 31 maggio l’antica chiesina di San Casciano, un capitolo di storia cittadina

Esiste da secoli ed è stata parrocchia: la Caritas ha deciso di trasferire i materiali in essa riposti e di risistemarla anche per i Cammini di Francesco.

Una bella notizia per Sansepolcro e per la sua storia, non soltanto religiosa: riapre l’antica chiesa di San Casciano, posta in collina al termine della salita di via dei Molini. Lo ha comunicato la parrocchia di San Paolo Apostolo, precisando che sarà a disposizione senza dubbio per i residenti della zona, ma anche per incontri di formazione spirituale e culturale e per altre iniziative pastorali proposte ai fedeli e ai cittadini del Borgo.

Da quasi dieci anni, la chiesina era di fatto chiusa al culto, anche se mai era stata sconsacrata; grazie ai volontari della Caritas Interparrocchiale – che hanno provveduto allo sgombero dei materiali, alle opere di pulizia interna ed esterna e alla sistemazione della porta d’ingresso – San Casciano torna a essere luogo di preghiera e meditazione anche per i pellegrini dei “Cammini di Francesco” diretti verso l’eremo di Montecasale.

Non dimenticando gli otto secoli di vita che la accompagnano e che non giustificavano la fine alla quale era stata destinata la chiesa, ovvero quella di punto di riferimento logistico per un’opera pur sempre meritoria come quella che svolge la Caritas. C’era stata anni addietro anche l’intenzione di promuovere una raccolta di firme da inviare al vescovo per restituire dignità piena a San Casciano, anche in ottica “Cammini”. Ebbene, diamo quindi atto alla Caritas – che evidentemente aveva lo stesso pensiero dei fedeli e dei cittadini – di aver rimesso a posto la chiesa e di averla restituita al suo ruolo.

La storia ultrasecolare

Intitolata a San Cassiano, maestro martirizzato a Imola dai suoi scolari durante la persecuzione di Diocleziano nell’anno 304 – ricorda lo storico don Andrea Czortek – la chiesa fu probabilmente dedicata nell’anno 1185, data scolpita sull’antico altare. Dal 1282 è documentata come parrocchia suffraganea della Pieve di Santa Maria in Sansepolcro, quindi sotto la giurisdizione del vescovo di Città di Castello (divenuta poi l’attuale Sant’Agostino); il 12 ottobre di quell’anno, l’abate del Borgo del Santo Sepolcro e il parroco di San Casciano si accordarono sui confini delle rispettive parrocchie: a quella di San Casciano venne riservato il territorio montano dall’angolo della via che usciva dal rio di Corbolaria e andava verso Sant’Angelo delle Corti fino alla parrocchia della chiesa di Farneto.

Nei secoli XIV e XV la chiesa risulta denominata anche di San Lorenzo o dei Santi Lorenzo e Casciano. Il 19 agosto 1415 fu riconsacrata, a seguito di un atto di profanazione avvenuto in precedenza. In occasione della visita apostolica del 1583 fu trovata in cattivo stato e il visitatore pontificio, monsignor Angelo Peruzzi, ordinò che fosse restaurata. Fin dal Medioevo, la chiesa fu di patronato della famiglia Graziani e fra i membri illustri che ne furono Rettori si ricordano Galeotto Graziani (morto nel 1523), poi ultimo abate e primo vescovo di Sansepolcro e Anton Maria Graziani (1537-1611), poi nunzio apostolico e infine vescovo di Amelia in Umbria.

Dopo un primo restauro, la chiesa conobbe una nuova fase di decadenza, tanto che nel 1635 il campanile minacciava il crollo. Anche in quel caso vennero eseguiti lavori e nei secoli seguenti l’edificio si mantenne in efficienza. Nel 1750 fu dotata di cimitero esterno; tuttavia si continuò a seppellire all’interno della chiesa, dove nel 1798 fu tumulata Maria Rosa Costaguti, madre del famoso vescovo biturgense Roberto (la allora modesta villa estiva episcopale sorge ancora in zona). Durante l’epidemia di colera del 1855 la chiesa, sufficientemente lontana dalla città e in posizione arieggiata, fu provvisoriamente adibita al ricovero degli ammalati.

L’altare della chiesa di San Casciano
L’altare della chiesa di San Casciano

Danneggiata durante la seconda guerra mondiale nel 1944, nel 1955 venne restaurata su interessamento di padre Pio Venturi, parroco di San Francesco; infatti, in un periodo imprecisato la parrocchia era stata soppressa e aggregata a quella urbana di San Niccolò, poi trasferita in San Francesco. Come tale, è poi rimasta fino al 1986, quando è stata soppressa. A quel punto, San Casciano è stata aggregata alla parrocchia di San Paolo, il cui titolare fino a oltre dieci anni fa, don Zeno Gori, ne ha curato il restauro avvenuto alla fine degli anni ’90. Sempre sulla parete esterna di destra, c’è una piccola edicola con sotto la scritta 1998, anno al quale risale quasi sicuramente il restauro.

Soltanto come testimonianze scritte, è una storia che ci riporta indietro di 743 anni: San Casciano c’era già ed era parrocchia. Negli ultimi tempi, era salita fra la gente del posto la nostalgia per i periodi nei quali si tenevano le liturgie nei giorni festivi e le funzioni giornaliere nel mese di maggio, ma a San Casciano si sono celebrati anche matrimoni e battesimi.

La processione di sabato 31 maggio

L’Unità Pastorale di Sansepolcro ha deciso adesso di riprendere l’attività con la preghiera del Santo Rosario da martedì 27 maggio alle ore 21 e di concludere le celebrazioni del mese dedicato a Maria Santissima con una processione cittadina che partirà alle ore 20.45 di sabato 31 maggio dalla chiesa del Sacro Cuore e si concluderà alla chiesa di San Casciano con l’esposizione del Santissimo Sacramento e la benedizione eucaristica. Si percorreranno a piedi tratti di via Mario Mordaci, viale Luigi Fatti, via Alvaro Cheli, viale Michelangelo, viale Eduino Francini, piazza Jacopo Beccari, viale Galileo Galilei e via dei Molini. Per le persone con difficoltà di deambulazione, a cura dei volontari della Caritas, sarà disponibile un pulmino in partenza dal parcheggio della parrocchia Sacro Cuore alle ore 20.30.

spot_imgspot_img
spot_imgspot_img