Il Consiglio comunale di Città di Castello ha approvato il piano attuativo “Operazione complessa OC1a – Apecchiese – comparto 2”, un progetto di iniziativa mista pubblico-privata che ridisegnerà l’area tra l’ospedale e gli impianti sportivi del Centro Belvedere, a ridosso dei quartieri Graticole e La Tina. L’intervento, che prevede nuove destinazioni residenziali, commerciali e per servizi, si configura come una variante alla parte operativa del Piano Regolatore Generale e avrà validità decennale.
Entro 12 mesi dalla pubblicazione della delibera sul BUR Umbria potranno essere sottoscritte le convenzioni per il primo stralcio funzionale della lottizzazione, con ulteriori sei mesi di tempo per gli accordi sulle opere di urbanizzazione. Il progetto, presentato da Advanced Planning Engineering srl, ha ricevuto il parere favorevole della Usl Umbria 1 e della Soprintendenza su urbanizzazioni e infrastrutture.
A favore del piano si sono espressi i gruppi di maggioranza (PD, PSI, Lista Secondi), insieme a Lega, Forza Italia e Lista Marinelli. Contrario il gruppo Castello Civica, mentre si sono astenuti Castello Cambia e Fratelli d’Italia.

Consumo di suolo e centro storico al centro del dibattito
Il vicesindaco e assessore all’urbanistica Giuseppe Stefano Bernicchi ha definito l’intervento “il piano attuativo più grande della città”, e nella sua relazione all’assise ha evidenziato la complessità progettuale e la disponibilità dei privati a investire nel rispetto delle regole urbanistiche: “Il Comune garantisce una progettazione di qualità con il supporto dei propri uffici e della commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio”, ha spiegato.
Dalla minoranza, però, non sono mancate critiche e dubbi, soprattutto sul consumo di suolo in un contesto demografico in calo.
Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) ha ribadito il voto contrario già espresso in precedenza: “Si continua a edificare in nuove aree quando il centro storico si svuota e vaste zone degradate attendono riqualificazione. Non metto in discussione gli investimenti privati, ma questa è una scelta sbagliata sul piano urbanistico”.
Posizione più articolata quella di Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), che si è astenuta chiedendo chiarimenti sulla componente pubblica dell’intervento: “Non sono contraria a prescindere, ma prima di giudicare vorrei capire cosa resta del progetto iniziale che prevedeva opere pubbliche come la scuola Dante Alighieri, poi tramontata, e quale sarà la reale portata dell’intervento”.
Valerio Mancini (Lega) ha confermato il voto favorevole, ma con riserva: “Sono favorevole allo sviluppo e all’edilizia come motore economico, ma il rischio è creare quartieri nuovi senza servizi adeguati, mentre il centro storico resta in difficoltà. Bisogna evitare situazioni già viste, con carenze su parcheggi, illuminazione e sicurezza”.
Bernicchi ha difeso l’impostazione progettuale e ha precisato che il Piano Regolatore Generale “non è datato”, essendo operativo dal 2020, e che le analisi urbanistiche guardano a scenari di lungo periodo. Ha inoltre ribadito la disponibilità degli uffici a fornire approfondimenti tecnici ai consiglieri interessati.