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Benessere equo e sostenibile, l’Umbria fra le regioni più virtuose

I dati emergono dal report BesT diffuso dall’Istat a dicembre 2024; i risultati migliori nelle categorie istruzione e politica

Per il secondo anno consecutivo a dicembre 2024 l’Istat ha diffuso il report BesT che delinea i profili di benessere equo e sostenibile delle regioni italiane e delle rispettive province. Il report analizza regione per regione e le rispettive province di appartenenza evidenziando le differenze, i punti di forza e di debolezza di ognuna e le evoluzioni recenti.

Dal report pubblicato a fine 2024 l’Umbria risulta essere fra le regioni più virtuose con alti livelli di benessere rispetto al totale delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione ricerca e creatività e qualità dei servizi).

Nel dettaglio, considerando la distribuzione degli indicatori provinciali suddivisi in cinque classi di benessere (bassa, medio-bassa, media, medio-alta, alta) se confrontata con le altre regioni l’Umbria si caratterizza per una più bassa frequenza di posizionamento nei gradini più bassi delle cinque classi in oggetto (ovvero bassa e medio-bassa), nonostante la presenza di divario fra le province di Perugia e Terni (Terni si posiziona più frequentemente nelle due classi di coda).

I dati che emergono dal confronto degli 11 domini del Bes mettono in luce un aspetto importante: per il cuore verde d’Italia i risultati migliori si osservano nel dominio “Istruzione e formazione”, con il 44,4% degli indicatori nella classe di benessere relativo alta, il 22,2 % nella classe medio-alta e zero posizionamenti nelle classi più basse e tali indicatori risultano essere migliori rispetto alla media italiana. Buono anche il dominio “Politica e Istituzioni” dove l’Umbria si attesta ad un 33,3% nella classe di benessere relativo alta e medio-alta e zero posizionamenti nelle classi di coda; anche l’affluenza alle urne alle ultime elezioni europee nel 2024 evidenzia un dato migliore rispetto a quello nazionale (affluenza al 60,8% con +11,1 punti percentuali), sebbene anche qui in calo rispetto a quello di cinque anni prima. Per contro, i dati evidenziano una minore presenza di donne elette nelle amministrazioni comunali (nel 2023 39,1%).

Analizzando, invece, i dati relativi alla distribuzione del reddito disponibile equivalente l’Umbria si attesta ad un livello superiore rispetto a quello nazionale e a quello delle regioni del centro, con il 50% degli individui residenti in famiglia che dispone di almeno 18.600 €/annui, a fronte dei 17.500 €/annui per l’Italia e 18.300 €/annui per le regioni del centro. Anche i dati relativi al mercato del lavoro evidenziano, generalmente, numeri migliori per l’Umbria rispetto a quelli nazionali: nel 2023 il tasso di occupazione delle persone fra i 20 e i 64 anni si attesta al 71,8% con 5,5 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale e quasi 1 punto percentuale in più rispetto alle regioni del centro.

Molto buoni, quindi, i dati umbri che emergono dal report Istat; considerando, di contro, i risultati peggiori e i posizionamenti nelle classi di coda per le province umbre, fra gli 11 domini analizzati, il posizionamento peggiore risulta essere quello relativo a “Innovazione, ricerca e creatività” con nessun posizionamento nelle classi più elevate e il 37,5% degli indicatori provinciali nelle due classi di coda. Dagli ultimi dati diffusi dall’Ufficio brevetti europeo nel 2020, infatti, il numero di brevetti presentati in Umbria sono stati di 53,6 x milione di abitanti, la metà della media nazionale (102,9 x milione di abitanti).

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