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Lo stabilimento Newlat di Sansepolcro assume 11 persone

Operai, manutentori e un ingegnere ambientale. “Con la pasta siamo cresciuti sul mercato tedesco”, dice Angelo Mastrolia

Lo stabilimento Newlat di Sansepolcro cerca ancora personale. Senza dubbio, un inizio di 2025 incoraggiante a livello occupazionale per ciò che riguarda la storica fabbrica della città, quella nata come Buitoni quasi 200 anni fa, poi passata a Nestlè Italiana e dal 2008 di proprietà del gruppo capitanato da Angelo Mastrolia e che fino al 31 dicembre 2021 ha potuto produrre utilizzando il marchio Buitoni. Anche se bisognerà attendere marzo per la pubblicazione dei numeri relativi all’attività del 2024, una cosa è certa: il trend di crescita è stato confermato e riguarda anche la realtà di Sansepolcro, nella quale adesso servono 11 unità in più; nello specifico, 6 operai per le linee produttive, un ingegnere ambientale e 3-4 manutentori.

Rimane sempre intorno a quota 400 il totale dei dipendenti, con una differenza in positivo di 10 rispetto a dodici mesi fa; diverse sono state le assunzioni effettuate durante l’anno appena trascorso, alla luce anche della pensione scattata per alcuni e quindi del turn-over che si è reso necessario. “Le linee della pasta secca e dei prodotti da forno sono sature – ha commentato con soddisfazione il dottor Mastrolia – tanto che per poter garantire una migliore produttività e per far fronte alle tante richieste abbiamo bisogno di reperire ulteriori figure; già nel 2024 siamo cresciuti a livello di organico e, a dimostrazione dell’eccellente stato di salute che stiamo attraversando, abbiamo bisogno di altre maestranze nei profili sopra indicati”.

Per ciò che riguarda la pasta, i dubbi originari legati al cambio di logo sulle confezioni sono ora totalmente fugati? “Non solo – evidenzia Mastrolia – sul mercato tedesco siamo persino cresciuti a livello di volumi, quasi come se il tanto temuto passaggio da Buitoni a Delverde si fosse rivelato un’autentica fortuna. Se insomma qualcuno pensava di averci fatto un torto, si è sbagliato, anche se chiaramente questa è una conclusione dettata dalla logica dei fatti, perché le preoccupazioni iniziali – dovute alla decisione di Nestlè di toglierci il logo Buitoni – erano senza dubbio più che motivate, considerando sia il prestigio acquisito nel campo dell’alimentare, sia il dispiacere alimentato per la fine di un grande capitolo di storia. Credo allora che, alla resa dei conti, sia sempre la qualità a prevalere su qualsiasi altra ragione”.

Peraltro, assieme alla pasta anche i prodotti da forno – dapprima riuniti sotto il marchio “Sansepolcro Factory” – sono adesso etichettati anch’essi con Delverde: fette biscottate, varietà di crostino e melba toast, da sempre i grandi cavalli di battaglia sfornati a Sansepolcro.     

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