Odifreddi a Citerna: “La matematica c’entra con tutto”

Il divulgatore spazia dai numeri alla geopolitica, fino a quella volta in cui fu scambiato con due spie sovietiche

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13 Giugno 2023
Piergiorgio Odifreddi dialoga con Giovanna Zucconi a Citerna

Piergiorgio Odifreddi dialoga con Giovanna Zucconi in piazza Scipione Scipioni a Citerna

Il noto matematico Piergiorgio Odifreddi è stato ospite a Citerna del Festival dei Cammini di Francesco. Dialogando con la giornalista Giovanna Zucconi nella cornice di piazza Scipione Scipioni, Odifreddi ha affrontato il tema della rassegna, “Regole, autonomia e libertà”, dal punto di vista dei numeri, arrivando tuttavia a legarsi a molteplici aspetti della realtà, anche perché, come avrebbe commentato in conclusione, “la matematica c'entra con tutto”.

All'insegnamento di questa disciplina, ha detto nella prima parte della conversazione, “qualcuno sopravvive, qualcuno perversamente si diverte anche, mentre gli altri reagiscono malamente, forse perché trovano una contraddizione tra le regole e la propria libertà”. Tra questi il divulgatore scientifico ha fatto l’esempio di alcuni letterati, come Fëdor Dostoevskij, che “abiurò i propri studi di ingegneria” o Robert Musil, che scrisse L’uomo senza qualità, con protagonista proprio un matematico, come reazione al “crollo delle regole” seguito alla fine dell’Impero austro-ungarico.

Nello stesso contesto, la Vienna degli anni trenta, diversa fu la reazione di Kurt Gödel, “il più grande logico del Novecento”, che “ha fatto vedere le limitazioni alla libertà che hanno i matematici nel suo famoso teorema di incompletezza”. Cioè quello che “dimostra che ci sono verità indimostrabili”, come Odifreddi ha raccontato di aver spiegato a Giulio Andreotti: “Lui capì benissimo perché gliene stavo parlando, visto che è quello che succede per esempio nei processi di mafia”.

Se anche la scienza e la matematica, come tutto, sono condizionate dal periodo storico, oggi, “nell’epoca di sovrapproduzione della società dei consumi, è diventata un’industria anche la ricerca scientifica”, e “ogni anno al mondo si dimostrano 200.000 nuovi teoremi”. “È una cosa un po’ triste – ha commentato Odifreddi – perché vuol dire che la maggior parte di queste cose vengono prodotte come fine a sé stesse. Molte di queste ricerche – ha aggiunto – finiscono nella produzione di merci tra cui gli armamenti, a cui lavorano una buona parte degli scienziati al mondo”.

Invece – con riferimento all’articolo di Lenin intitolato Meglio meno ma meglio – il divulgatore ha detto che si tratta di “un motto che dovremmo scrivere sulle magliette: il problema” infatti “non è produrre tanto, ma produrre bene, tanto a livello industriale quanto culturale”.

Del resto “oggi c’è l’idea che tutto è straordinario. È una mentalità molto americana, per cui se uno non fa una cosa che è unprecedented non interessa, ma non può essere tutto così strano o meraviglioso: le cose veramente eccezionali devono fare eccezione, se diventano la regola allora è un paradosso”.

Ancora, Odifreddi partendo dal tema dell’intelligenza artificiale è arrivato all’uomo “in grado di distruggere sé stesso”, per esempio con i cambiamenti climatici: “Spesso si dice che potrebbero distruggere il pianeta, questo fa ridere i polli, perché la Terra ne ha già viste di cotte e di crude; il vero problema è che producono modifiche che sono dannose per noi, siamo noi in pericolo”.

Spazio anche alla geopolitica con il tema dell’autonomia, dall’esempio virtuoso dell’Alto Adige, “studiato anche dal Dalai Lama per il Tibet”, fino alla guerra in Ucraina (“Facilmente si sarebbe risolta già prima, nel 2000 o nel 2014, lasciando autonomia a quelle zone che oggi sono bombardate da tutte due le parti”) e alla crisi fra la Cina e Taiwan, che “vuole essere indipendente”, ma “anche lì la soluzione sarebbe un unico Stato con due sistemi diversi”.

A confermare che “la matematica può servire nelle visioni del mondo”, Odifreddi ha anche sottolineato che “gli Stati sono separati con delle linee secondo la geometria euclidea, ma c’è una matematica nuova, che oramai ha un secolo, che si chiama topologia, in cui ci sono dei dintorni molto più fluidi”, concetto che il matematico ha auspicato anche nei confini fra Stati, prima di parlare del teorema dell’impossibilità di Arrow. Illustrando il concetto secondo cui “la democrazia non esiste”, Odifreddi ha colto l’occasione di sottolineare la divergenza fra l’opinione della maggioranza degli italiani sull’invio di armi in Ucraina e la diversa posizione di Parlamento e Governo.

In conclusione, incalzato da Giovanna Zucconi, il divulgatore ha anche raccontato nei dettagli un aneddoto risalente agli anni ottanta quando, a Novosibirsk per motivi di studio, era stato sospettato di spionaggio dalle autorità locali e scambiato, insieme ad altri due italiani, con due agenti segreti sovietici arrestati in Italia: “Questo è un po’ seccante, vuol dire che noi valevamo solo due terzi di una spia”, ha commentato con la consueta ironia.

Il video integrale dell'incontro è disponibile nel canale YouTube di TTV.

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Il divulgatore spazia dai numeri alla geopolitica, fino a quella volta in cui fu scambiato con due spie sovietiche