“Mio padre militare e i racconti della prigionia”

La testimonianza di Franco Vaccari a Pieve: “Lucido alle scarpe e riga ai pantaloni per non perdere l’umanità”

05 Giugno 2023

Franco Vaccari racconta la prigionia del padre: il video

Franco Vaccari

Franco Vaccari al Teatro Papini di Pieve Santo Stefano

Il Teatro Giovanni Papini di Pieve Santo Stefano ha ospitato sabato scorso Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace, realtà dell’Aretino che porta avanti da anni progetti di collaborazione fra ragazzi di popoli in guerra fra loro. Al centro della conversazione con la giornalista Giovanna Zucconi il rapporto fra regole, autonomia e libertà, che è il tema dell’edizione di quest’anno del Festival dei Cammini di Francesco all’interno del quale si è svolto l’incontro.

Tra i molti interessanti spunti emersi durante la serata, particolarmente significativa la testimonianza di Vaccari rispetto all’esperienza del padre, catturato dagli inglesi all’inizio della seconda guerra mondiale e rimasto in prigionia in India per oltre cinque anni. “Mi chiami a parlare di qualcosa di molto intimo e lo faccio volentieri”, ha detto replicando alla domanda di Zucconi. “Mio padre ha chiuso la carriera nell’esercito come generale e il figlio gli ha fatto la Cittadella della Pace, potete capire che c’è stato un conflitto in dei momenti anche molto aspro. Però ho una gratitudine fortissima verso mio padre, e più passa il tempo più gli sono grato”.

Per esempio per essere riuscito a fare “un po’ quello che ha fatto Benigni nel suo film La vita è bella, filtrando il dramma della prigionia e della guerra. Ricordo che quando ero bambino era tutto un racconto fra il reale e il fantastico”, attraverso cui “ho conosciuto l’India, l’Himalaya, il Kashmir. Ricordo anche personaggi del mondo islamico, Alì e Mohamed, due amici inesistenti, che hanno condito di fantasia degli elementi reali”.

Con l’adolescenza “nei suoi racconti sono comparsi i reticolati. Dentro questi reticolati faceva cose civili, non di guerra”, dalla costruzione di un campo da tennis a “grandi mangiate”, però “introduceva l’elemento del dolore”. Col figlio ormai ventenne, “quando in casa si parlava di fascismo e comunismo” arriva il tema dell’8 settembre: “Nel campo gli inglesi chiesero chi voleva unirsi all’esercito alleato per combattere il nemico nazifascista. Mio padre mi disse con molta tranquillità che subito alzò la mano. Non tanto per una categoria politica, quanto perché sperava di tornare a casa prima. Il problema è che divisero il campo in due e il giorno dopo il tribunale dei militari italiani che erano rimasti fascisti decretarono la sua condanna a morte”.

“Poi sono diventato adulto e mi ha raccontato di quando andava a tagliare le corde degli amici che si impiccavano”. All’apice tragico del racconto ecco il tema delle regole: “Mi diceva lo sai Franco come ho fatto a sopravvivere? Tutte le mattine mi lucidavo le scarpe, e andavo con i pantaloni con la riga perché li mettevo sotto il materasso. Molti mi prendevano in giro. Gli ultimi giorni a quelli che mi prendevano in giro sono andato a tagliare la corda perché si erano impiccati”.

“Non so se con questi frammenti, con notevole emozione, riesco a comunicarvi una lezione forte sulle regole, regole di vita fondamentali e che attengono alla dignità della persona umana, in un luogo in cui non c’era la libertà”, ha commentato Vaccari, ricollegando questa esperienza a quella di Liliana Segre nel campo di sterminio di Auschwitz: “La Segre racconta che la sera i bambini si mettevano al buio e immaginavano di preparare un grande dolce. Ognuno portava i canditi, lo zucchero, ed erano rispettosissimi delle regole che si davano per costruire questo grande dolce, perché se non c’erano le regole finiva il gioco”.

In questo caso “stiamo parlando di bambini”, ma “le regole del gioco, in senso vero o in senso di metafora”, rappresentano “la possibilità dell’umano di stare insieme. Anche nei luoghi più tragici della vita sono i legami che ti accompagnano, una famiglia che ti aspetta, una comunità che ti genera. Questi sono i valori che la deriva dell’individualismo e un’idea falsa che il bene e la libertà li trovo slegandomi dagli altri rischiano di farci perdere”, ha concluso Franco Vaccari.

Il video integrale dell'incontro è disponibile nel canale YouTube di TTV.

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La testimonianza di Franco Vaccari a Pieve: “Lucido alle scarpe e riga ai pantaloni per non perdere l’umanità”