Folla per Galimberti ad Anghiari: “La libertà non esiste”

La stoccata: “Ignoranza universale, e una civiltà non va avanti senza cultura”

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07 Giugno 2023
Umberto Galimberti ad Anghiari

Umberto Galimberti ad Anghiari

Un pubblico numerosissimo, parte del quale non è riuscita a trovare posto all’interno del Teatro dei Ricomposti, ha accolto domenica 4 giugno lo psicanalista e filosofo Umberto Galimberti ad Anghiari per la lectio intitolata “L’illusione della libertà”, inserita nell’edizione 2023 del Festival dei Cammini di Francesco.

“La libertà non esiste” è stata la netta tesi enunciata in apertura da Galimberti, a differenza dell’“idea di libertà”, di cui il filosofo ha tracciato una panoramica partendo dai greci, che “non credevano nella libertà ma nella necessità che governa le leggi di natura”. Una concezione “tolta di mezzo dalla tradizione giudaico-cristiana”, nella quale “la natura viene concepita come un prodotto di una volontà” e “viene consegnata all’uomo per il suo dominio”.

“A questo punto – ha affermato Galimberti – nasce una cultura che celebra in maniera molto rigorosa la parola libertà, che è essenziale nella religione cristiana, perché se sei libero sei responsabile delle tue azioni, e se sei responsabile sei punibile: è la condizione per cui sta in piedi l’etica cristiana”, ha detto il professore, che ha poi descritto il mondo del diritto dall’Impero Romano alla Magna Charta, arrivando all’homo homini lupus di Hobbes – per cui “allo scopo di ridurre la belligeranza tra gli uomini è necessario che ciascuno assegni una grossa fetta di quella che lui ritiene essere la sua libertà allo Stato” – e ai principi di liberté, egalité, fraternité proclamati dalla Rivoluzione francese.

Sul piano dell’economia, il professor Galimberti si è soffermato sul tema del denaro come “regolatore di tutti i rapporti”, della finanza e delle leggi del mercato, finalizzate a “raggiungere il massimo degli scopi con l’impiego minimo dei mezzi”. Per il filosofo lombardo questa “è la stessa legge di razionalità che regola la tecnica”, che “funziona anzi ad un livello più perfetto perché il mercato ha ancora una relazione con l'umano, che è la passione per il denaro”.

Oggi “siamo diventati funzionari di apparati tecnici”, ha detto Galimberti, “e il nostro compito è compiere le azioni prescritte dall’apparato”, secondo i valori della tecnica stessa: “efficienza, produttività, funzionalità e velocizzazione”. Di conseguenza “quella che riteniamo la nostra libertà personale” è “libertà di ruolo”, nel senso che si devono “fare le azioni prescritte dall’apparato” per quel ruolo, da cui deriva la nostra stessa identità.

Nell’età della tecnica, insomma, “ci detronizziamo anche dall’idea della libertà, non ne abbiamo più esperienza”, ha affermato Galimberti in conclusione, dopo aver fornito agli spettatori moltissimi spunti di riflessione, senza rinunciare a qualche burbera stoccata: “Cito dei nomi – ha detto per esempio dopo aver menzionato Hobbes – ma so che non dicono niente a nessuno perché l’ignoranza è diventata universale, la scuola è un disastro allo stato assoluto, e credete che una civiltà vada avanti senza cultura?”

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La stoccata: “Ignoranza universale, e una civiltà non va avanti senza cultura”