La ricca stratificazione storica di Sansepolcro rivelata dai toponimi

Dall’ultimo volume del linguista Enzo Mattesini nuove possibili chiavi di lettura per interpretare la storia del territorio

27 Febbraio 2024
Enzo Mattesini

Lo scorso giovedì, presso la Biblioteca di Sansepolcro Dionisio Roberti, è stato presentato il volume del prof. Enzo Mattesini – linguista, filologo e storico della lingua italiana – dal titolo “Toponomastica borghese. Nomi di strade, piazze e spazi urbani e nomi di luogo del Comune di Borgo Sansepolcro (Arezzo)”. Nel raccogliere i frutti di un lavoro quasi trentennale, la pubblicazione si divide sostanzialmente in due parti: la prima si sofferma sui nomi di strade, piazze e spazi urbani (quindi sull’odonomastica), mentre la seconda su alcuni dei toponimi del territorio comunale di Sansepolcro. Nel complesso le informazioni raccolte e interpretate dallo studioso, già docente all’Università di Perugia, rappresentano un ulteriore canale per accedere ad alcuni aspetti della storia locale che nei secoli si sono sedimentati in questa porzione di Valtiberina.

Il dato principale che è emerso dalla presentazione a cui, peraltro, hanno preso parte anche il prof. Andrea Czortek e la prof.ssa Carla Gambacorta, è che il territorio di Sansepolcro presenta un'eccezionale ricchezza di toponimi: da quelli di origine etrusca e prelatina, si giunge infatti fino ad oggi, attraversando diverse epoche storiche, ognuna delle quali è come se avesse lasciato un’impronta che poi è diventata parte integrante dell’identità dei vari luoghi. La particolare posizione di Sansepolcro e della Valtiberina, ha fatto sì che da tali zone siano passate, e talvolta si siano insediate, popolazioni e civiltà che hanno lasciato testimonianza di sé, spesso più da un punto di vista immateriale che materiale: di conseguenza, in maniera più o meno chiara, possiamo ancora trovare toponimi di origine umbra, etrusca, romana, bizantina, gotica, longobarda, medievale e moderna. Questi si sono talvolta originanti come derivazione da nomi personale, da elementi naturali (monti, corsi d’acqua, specie vegetali e animali) o religiosi: al di là di ciò, è però evidente che tutti i gruppi umani che hanno abitato e vissuto tali luoghi nel corso dei secoli, non hanno fatto altro che nominare gli elementi che facevano parte del loro contesto di vita quotidiano ricorrendo ai diversi codici linguistici condivisi e utilizzati,  di volta in volta, dalle comunità di riferimento.

Nel libro, come è stato illustrato durante la presentazione pubblica, sono quindi indicati toponimi locali che sembrano addirittura rivelare un’origine anteriore alla presenza umbra ed etrusca, come ad esempio potrebbe avvenire con il termine “Carsidonio” (dall'antichissimo sostrato linguistico “mediterraneo” Karsa, usato per indicare un terreno sassoso), che poi è andato a designare un podere poco più a valle di Cignano, lungo via Maggio (oggi trasformato in ristorante). Qualcosa di analogo, procedendo lungo la china della Storia, si è verificato con l’etrusco Bibbiona, che indica ancora oggi una casa colonica accanto al Fiumicello (nella collina settentrionale di Sansepolcro) che potrebbe indirettamente avere assunto il nome da un personale, così come Velona, in zona Trebbio. A questi si aggiungono i numerosi toponimi romani, o quelli bizantini, come Basilica (lungo la valle dell’Afra), o di origine germanica, come Germagnano, Fariccio, ecc.: proprio in relazione a queste ultime due tipologie sono ancora oggi accertabili tracce toponomastiche che sono capaci di restituire la complessità, e talvolta la drammaticità (La Morte, La Morticina), di un periodo storico che tra il VI e l’VIII secolo d.C. ha visto la Valtiberina fare da confine tra i territori del Corridoio Bizantino che collegava Roma a Ravenna e le aree in cui prima si insediarono i Goti e poi i Longobardi.

Per tutti coloro che fossero interessati ad approfondire tali conoscenze si ricorda che il libro è reperibile nelle edicole e nelle librerie di Sansepolcro.

“Toponomastica borghese“ di Enzo Mattesini

Tags

Abstract
Dall’ultimo volume del linguista Enzo Mattesini nuove possibili chiavi di lettura per interpretare la storia del territorio