Dalla Basilica a Porta Romana: la reglia dell’Afra e i suoi impianti molitori

Testimonianze cartografiche del passato, elementi toponomastici e antico assetto idrografico del territorio

21 Novembre 2023
Il tragitto della reglia dell’Afra in un foglio del Catasto Generale della Toscana

Il tragitto della Reglia dell’Afra in un foglio del Catasto Generale della Toscana

In passato il torrente Afra era molto importante non soltanto per azionare i palmenti dei mulini che sorgevano lungo il suo corso, ma anche per garantire un approvvigionamento idrico a Sansepolcro tramite una reglia che dalla Caduta della Basilica (praticamente dove oggi troviamo il gorgo del Cadutone) giungeva fino al podere di San Leo (ovvero in prossimità dell'odierna via Francini) e poi a Porta Romana. Secondo Claudio Cherubini – che come già ricordato ha trattato il tema dei mulini in Valtiberina – tale canale fu realizzato tra il XIII e XIV secolo per condurre acqua nel fossato che nel basso medioevo circondava la fortezza e un tratto delle mura cittadine di Sansepolcro.

Come si vede da una sezione di un foglio del Catasto Generale della Toscana risalente agli anni ‘20 del XIX secolo, la reglia dell’Afra percorreva tutto un tragitto che da prima dell’attuale Ponte di San Francesco costeggiava via della Montagna per poi bypassare il Fossatone, ovvero il fosso che scendeva da Colle Vecchio. Da qui questa andava a lambire quello che adesso è il parcheggio meridionale dell’ospedale, dopodiché curvava repentinamente prima in direzione dell’attuale via Capitini e poi verso il cosiddetto mulino della Buitoni, oggi in fase di ristrutturazione e un tempo conosciuto anche come mulino della Caduta o di San Leo. A questo punto la reglia eseguiva una nuova curva per avvicinarsi al centro di Sansepolcro e costeggiarne la cinta muraria: dopo aver raggiunto il fossato delle mura, quello della Fortezza e poi di nuovo quello della sezione sud-orientale del perimetro urbano cittadino, l’acqua deviata dall’Afra si ricongiungeva con quella del Regliarino, un fosso proveniente da nord che poi, dopo aver attraversato l’area dove oggi troviamo l’omonima via (in prossimità del passaggio a livello chiuso), si dirigeva verso il Tevere.

Come dimostrano anche altre carte storiche (tra le quali la pianta generale della città di Sansepolcro del 1699 e la carta idrografica del 1889), oltre che per motivi difensivi nel corso dei secoli la reglia dell’Afra servì anche ad alimentare cinque mulini che sorgevano tra l’attuale centro commerciale e Porta Romana: immediatamente a valle del già citato mulino della Caduta (o di San Leo) si trovava un altro impianto molitorio che poi dovette lasciare spazio allo stabilimento della Buitoni.

La Reglia dell’Afra e i suoi mulini nella pianta generale della città di Sansepolcro del 1699
La Reglia dell’Afra e i suoi mulini nella pianta generale della città di Sansepolcro del 1699

Il mulino della Buitoni, indicato anche come mulino della Caduta o di San Leo
Il mulino della Buitoni, indicato anche come mulino della Caduta o di San Leo

Proseguendo sul tragitto della reglia, dopo la curva che questa effettuava nel costeggiare la fortezza si ritrovavano ben tre mulini: il primo, chiamato del Crocifisso, era ubicato innanzi al puntone del Belvedere della Fortezza (quello più grande che guarda verso sud), lungo la via di San Casciano (oggi via dei Molini). Visibile nelle carte storiche, a metà del secolo scorso questo venne dismesso in favore di un mulino elettrico costruito proprio lì accanto. Dopo essere stato danneggiato da un incendio e abbandonato nel secondo dopoguerra, di quest’ultimo edificio oggi rimane soltanto la parte basale di alcune pareti che possono essere viste anche dall’esterno della recinzione che rende l’area inaccessibile.

Il punto dove si trovava il mulino del Crocifisso
Il punto dove si trovava il mulino del Crocifisso

La sagoma del molino del Crocifisso in una foto aerea del 1954 (immagine reperita su www.regione.toscana.it/geoscopio)
La sagoma del molino del Crocifisso in una foto aerea del 1954 (regione.toscana.it/geoscopio)

Dall’altra parte di via Aggiunti, dove oggi troviamo il palazzo con l’Ufficio Anagrafe e la Polizia Municipale del Comune di Sansepolcro, sorgeva il mulino della Porta, il cui ingresso era situato al pianoterra dell’attuale Largo Gramsci. Poco più sotto, invece, davanti alle vasche di porta Romana, era ubicato un altro mulino indicato come “gualtiera”, quindi adibito probabilmente a gualchiera (anche se, secondo alcune testimonianze orali, prima della sua dismissione tale impianto fu utilizzato sopratutto per la molitura delle olive).

L’edificio dove un tempo si trovava il mulino della Porta
L’edificio dove un tempo si trovava il mulino della Porta

Fino a qualche decennio fa i mulini di questa reglia che cingeva una parte del centro urbano di Sansepolcro hanno rivestito un’imprescindibile funzione economica e sociale, rendendo reperibile ai cittadini dell’intera area un bene di prima necessità come la farina e favorendo, a partire dalla prima metà del XIX secolo, lo sviluppo della Buitoni. All’attività molitoria di questi impianti è inoltre legata la storia di alcune famiglie del luogo, come quella ad esempio dei Canosci, i quali oltre al mulino della Porta gestivano anche quello della Basilica.

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Testimonianze cartografiche del passato, elementi toponomastici e antico assetto idrografico del territorio