A Sansepolcro la mostra tributo a Raffaellino del Colle 

Nella giornata di venerdì 15 settembre si è tenuta al Museo Civico di Sansepolcro l’inaugurazione della mostra “Con queste opere andò «acquistandosi ricchezze e nome»” dedicata al pittore rinascimentale Raffaellino del Colle, iniziativa che mira ad ampliare l’offerta culturale già sostanziosa della città attraverso un percorso che celebra uno degli artisti più gloriosi del nostro territorio.

L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale e la direzione del Museo. “Abbiamo investito molte risorse, umane ed economiche, su un progetto espositivo che riteniamo di grande qualità” ha dichiarato l’assessore alla cultura di Palazzo delle Laudi, Francesca Mercati, ricordando poi l’intento di rendere omaggio a “un artista nativo di Sansepolcro e tra i più significativi del Cinquecento che non ha ancora la fama che merita”.

Sino al 15 dicembre troveranno alloggio nelle stanze del Museo Civico numerose opere, lavori e documenti riguardanti il pittore, provenienti da altre sedi sia in territorio nazionale sia oltre confine. “Propulsore della mostra è stato il restauro dell’Assunzione e Incoronazione della Vergine del nostro Museo – ricorda la direttrice del Museo Civico, Maria Cristina Giambagli – commissionata nel 1526 a Raffaellino dai Frati Minori Osservanti per la chiesa di Santa Maria della Neve fuori le mura, terminato proprio quest’anno dopo i difficili accadimenti che hanno riguardato la pala nel precedente decennio”.

L’evento, grazie alla sua offerta, ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e del Comune di Città di Castello. Come enunciato nelle comunicazioni istituzionali e confermato durante la presentazione dagli stessi amministratori, l’idea di una mostra riguardante l’artista nacque nel 2008. Un progetto che oggi, a distanza di anni, vede dunque finalmente il suo realizzarsi.

Presenti alla cerimonia di inaugurazione assieme all’amministrazione e alla direzione del Civico, anche Andrea Muzzi, direttore del restauro e curatore della mostra, Letizia Nesi, restauratore della Soprintendenza e i due storici d’arte Marco Droghini e Felicia Rotundo.