San Sebastiano, Sgarbi rilancia: “Idea di Piero”

Il critico d’arte torna a parlare dell’affresco staccato anonimo conservato a Sansepolcro

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28 Luglio 2023
Vittorio Sgarbi con il San Sebastiano

Vittorio Sgarbi al Museo Civico di Sansepolcro mentre illustra i dettagli del San Sebastiano

Vittorio Sgarbi è tornato ieri con un video realizzato all’interno del Museo Civico di Sansepolcro a parlare del San Sebastiano, affresco staccato attribuito ad un anonimo del XVI secolo, che secondo il noto critico d’arte è invece opera di Piero della Francesca e dei suoi stretti collaboratori.

Già nel 2016 Sgarbi aveva annunciato di aver “scoperto a Sansepolcro un San Sebastiano di Piero bello oltre il possibile”. Ieri ha ribadito in dettaglio i numerosi particolari dell’opera che rimandano all’artista biturgense, concludendo che “non c’è alcun dubbio che l’idea venga da un disegno di Piero della Francesca”, mentre “sull’esecuzione lo stato di conservazione del dipinto determina in me una riserva che molti studiosi hanno ribadito”.

Concedendo quindi di aver “accettato l’ipotesi di qualche collega” secondo cui potrebbe esserci stato l’intervento di allievi come Giovanni da Piamonte o Lorentino d’Arezzo, l'attuale Sottosegretario alla cultura non ha rinunciato alla frecciata nel motivare tale lettura: “Questi che per 50 anni non si sono accorti” che l’opera è di Piero “evidentemente soffrono per la loro incapacità di coraggio nell’interpretazione”.

Il critico ha inoltre contestato la targa che accompagna l’affresco (“Anonimo sec. XVI di ispirazione pierfrancescana”): “Il dipinto non cade oltre il 1480”, ha detto Sgarbi, per poi affermare che “non esiste” un pittore del Cinquecento che si ispira a Piero della Francesca, se non Perugino o Signorelli, ma “sempre con una cifra diversa”.

Numerosi i dettagli che secondo Sgarbi ricollegano l’opera – “un affresco che ha molto sofferto dopo il distacco” – a Piero. Il critico ha fatto riferimento alla “composizione con il rilievo prospettico della cornice”, “il motivo dell’ombra nello scasso”, “la parete di serpentino”, “la postura dei piedi così solida”, “la decorazione del perizoma di grande raffinatezza”; ancora, Sgarbi ha citato “l’idea di un San Sebastiano senza frecce che quindi sanguina, in cui c’è una compostezza classica disturbata dalla sofferenza” e soprattutto il “meraviglioso ritratto, questa testa che non c’è alcun dubbio che sia di Piero della Francesca per disegno, per concezione, per ispirazione, per il motivo dei capelli ricci”.

Il San Sebastiano “ha una purezza e un nitore tali nello sguardo e nell’invitarci come ad entrare nello spazio mentale indicato dalla cornice che non si può pronunciare altro che il nome di Piero della Francesca. Il colore è in larga perduto, rimane il disegno, quindi un restauro è quasi inutile, ma lo sguardo parla da solo, le opere d’arte parlano così”, ha concluso l'ex deputato.

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