Sansepolcro, sull'acqua il consiglio sollecita il governo

“Riveda l'articolo 6 del ddl Concorrenza che scoraggia la gestione pubblica”

01 Giugno 2022
Laura Chieli

La presentatrice della mozione Laura Chieli

Il consiglio comunale di Sansepolcro ha votato all'unanimità una mozione che, tra l'altro, sollecita il governo a “un ripensamento dell’articolo 6 del ddl Concorrenza in quei passaggi in cui le scelte delle amministrazioni locali rischiano di essere condizionate da una serie di adempimenti che finirebbero inevitabilmente per scoraggiare le legittime scelte di affidamento e gestione dei servizi pubblici”. Il disegno di legge in questione è attualmente all'esame del Parlamento ed è stato approvato ieri dal Senato. L'articolo 6, nello specifico, è oggetto di particolari critiche da più parti per i limiti che porrebbe alla gestione pubblica dei servizi come acqua, rifiuti o trasporti.

Il documento votato dall'assise biturgense nasce da una proposta avanzata a dicembre dalla consigliera di Fratelli d'Italia-Futura Laura Chieli, nella quale si chiedeva che il governo stralciasse tout court l'articolo 6. Dopo la richiesta della maggioranza di approfondire il tema, l'argomento è stato discusso in tre sedute della commissione affari generali, nella prima delle quali è stato ascoltato in qualità di esperto il presidente del Comitato acqua pubblica di Arezzo Gianfranco Morini. Al termine dell'esame della commissione è stato concordato dalle forze politiche un testo che, anziché lo stralcio dell'articolo 6, ne chiede una revisione.

Il documento prevede inoltre che sindaco e giunta promuovano, “anche in concorso con altri enti locali, l’avvio di una discussione pubblica sul ruolo dei comuni, dei servizi pubblici, dei beni comuni e della democrazia di prossimità, dentro un contesto di ripensamento del modello sociale dettato dalla necessità di affrontare la diseguaglianza sociale e la crisi climatica evidenziate dalla pandemia”.

Ad illustrare l'atto la stessa Laura Chieli: “Questo documento – ha detto – è importante non perché sortisca effetti concreti a livello locale, ma per dare un segnale alla popolazione: il consiglio comunale di Sansepolcro, coeso e compatto, è nell'ordine di idee di tutelare l'acqua come bene pubblico e di preservare la possibilità di una gestione diretta. La mozione – ha aggiunto – non chiede più lo stralcio dell'articolo 6, ma chiede una riflessione in sede parlamentare perché si arrivi a un ammorbidimento. Se questo non avvenisse sarebbero così tanti i paletti posti alla gestione diretta che un comune inevitabilmente si scoraggerebbe”.

Per la maggioranza, il capogruppo di Borgo al Centro Alessandro Bandini ha ribadito che “il lavoro in commissione ha cercato di legare quelle che potevano sembrare posizioni diverse, ma unite da un pensare comune. Il documento – ha proseguito – riesce a contemperare due esigenze, quella di dare seguito al referendum del 2011, in cui i cittadini hanno fatto una scelta chiara ed esplicita che per 11 anni è stata sicuramente disattesa, e la consapevolezza della competenza che ha lo Stato dal punto di vista del controllo delle scelte degli enti locali. Ovviamente – ha aggiunto Bandini – ci è parso che l'articolo 6 fosse un po' troppo paralizzante e invasivo nello scoraggiare l'eventuale scelta di una gestione in house. In questo tra l'altro momento il governo ha velocizzato l'iter del ddl, ma in ogni caso è importante che ci sia un documento che attesta la volontà del consiglio comunale di Sansepolcro”.

Per PD-InComune è infine intervenuto Filippo Polcri: “L'argomento ci trovava tutti unanimemente d'accordo sul messaggio di ripensare il ruolo dell'ente comunale e dei vari attori coinvolti nella gestione delle acque – ha detto – mentre ci trovava su posizioni un po' divergenti sull'interpretazione dell'articolo 6. Sicuramente l'intervento del consigliere Bandini in sede di commissione ha contribuito a creare i presupposti per una mozione condivisa che accogliamo molto favorevolmente”, ha concluso. La successiva votazione ha visto l'approvazione del testo a voti unanimi.

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“Riveda l'articolo 6 del ddl Concorrenza che scoraggia la gestione pubblica”