La pala d’altare di Durante Alberti è tornata a Sansepolcro

Martedì 16 aprile la cerimonia istituzionale alla presenza dei tre proprietari che hanno donato il dipinto: Eleonora e Bruno Botticelli e Fabrizio Moretti

18 Aprile 2024
pala duomo durante

È tornata nella cattedrale di Sansepolcro, dopo 165 anni, la pala d’altare dipinta dall’artista biturgense Durante Alberti nel periodo 1575-76 e raffigurante la Trinità con i santi Andrea, Maria Maddalena e Cristina. Alienata nel 1859 a seguito dei lavori di riallestimento della chiesa, era stata acquistata nel 2002 dai fratelli Eleonora e Bruno Botticelli e da Fabrizio Moretti, che la presero da una casa d’aste; aveva fatto provvisoriamente rientro a Sansepolcro nel 2012, quando venne prestata in occasione del millenario della città e della visita di papa Benedetto XVI, poi era spuntato un possibile mecenate interessato all’acquisto, ma il tentativo non ebbe un seguito e allora sono stati i tre proprietari dell’opera, antiquari fiorentini, a effettuare la donazione in memoria dei genitori dei fratelli Botticelli e del padre di Moretti.

Nel pomeriggio di martedì 16 aprile, la cerimonia ufficiale in cattedrale, alla presenza del vescovo diocesano monsignor Andrea Migliavacca e del sindaco Fabrizio Innocenti. La pala, in olio su tela e delle dimensioni di 373x192,5 centimetri, è stata collocata sulla navata di sinistra, a fianco della porta d’ingresso alla sacrestia e vicino alla cappella del Volto Santo. L’autore, Durante Alberti, è stato a lungo attivo a Roma e nel Lazio, dove si inserì fra le fila dei pittori incaricati di ornare gli altari nel periodo della Controriforma, eseguì opere di severa impostazione spirituale, dovuta in particolare alla frequentazione dell’ordine cappuccino, per il quale lavorò a più riprese.

pala durante alberti
Il ritorno della pala nella cattedrale

Nella Trinità e i santi Andrea apostolo, Maria Maddalena e Cristina, in cui le figure in primo piano si stagliano sullo sfondo di architetture classiche, si ravvisano inoltre influssi dai pittori veneti, filtrati attraverso atmosfere di stampo baroccesco. La grande pala, sulla base di documenti recentemente rinvenuti nell’Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro, fu realizzata per la cappella della famiglia Artini, o Aretini, addossata alla parete di sinistra dell’antica abbazia camaldolese, divenuta nel 1520 cattedrale della nuova diocesi di Sansepolcro. Entrò a far parte della collezione della famiglia Lilloni Alberti, discendente dalla dinastia di artisti borghesi. A causa delle sue grandi dimensioni, all’epoca la tela era divisa in due frammenti, uno con la Trinità e l’altro con i Santi Andrea, Maria Maddalena e Cristina. I due frammenti furono acquistati a un’asta nel 2002 e correttamente restaurati e riuniti fra loro dagli attuali proprietari.

Con la donazione, gli stessi hanno inteso risarcire la chiesa di una grave perdita subita in passato, commemorando così la memoria dei loro rispettivi genitori. “Questa donazione - affermano Fabrizio Moretti e Bruno Botticelli - oltre a legare la memoria dei nostri genitori alla restituzione di un’opera importante per la cattedrale di Sansepolcro, vuole essere un gesto significativo di affezione delle nostre famiglie nei confronti del patrimonio culturale del nostro paese, di distensione e positività per quei momenti difficili e di incomprensione tra il pubblico e il privato. È anche un gesto che suggella la nostra amicizia nata nella metà degli anni ’90 tra le pareti degli stand della Mostra dell’Antiquariato di Assisi e arrivata fino ai nostri giorni. Abbiamo scelto questo momento particolare in cui ricopriamo due cariche importanti nel nostro settore, rispettivamente come segretario generale della Biaf e come presidente degli Antiquari d’Italia”. La sensibilità dimostrata dai fratelli Botticelli e da Moretti ha ricevuto l’apprezzamento anche del vescovo: “Siamo davvero molto grati a queste due famiglie – ha detto monsignor Migliavacca – e un’opera pittorica di grande valore trova nella concattedrale una collocazione che conferisce ad essa un ulteriore significato e risalto, ma anche la capacità di parlare a noi contemporanei”.
 

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Martedì 16 aprile la cerimonia istituzionale alla presenza dei tre proprietari che hanno donato il dipinto: Eleonora e Bruno Botticelli e Fabrizio Moretti