Un cittadino tifernate fa restaurare di tasca propria le lapidi del cippo dedicato a Venanzio Gabriotti

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04 Maggio 2018

Di tasca propria senza chiedere niente a nessuno un cittadino tifernate ha deciso di far restaurare le lapidi del cippo a Venanzio Gabriotti, martire della Resistenza,  che sorge in un luogo simbolo della memoria tifernate, sul greto del torrente Scatorbia dove fu fucilato il 9 maggio del 1944 e dove tra qualche giorno si svolgerà la cerimonia annuale di commemorazione.

Il benefattore, che preferisce rimanere anonimo, è stato spinto dal rispetto per la figura di  Gabriotti e per quel suo motto così universalmente attuale: ‘per un’idea si vive, per un’idea si muore’. Ma nonostante la grandezza del personaggio storico, il cippo versava in condizioni molto precarie:  in passato era stato persino oggetto di deprecabili atti vandalici con scritte offensive e parziali danni alla struttura. Così il benefattore tifernate ha deciso di porre rimedio mettendo mano al portafogli e pagando il restauro del cippo, la sua pulitura, la rimozione delle incrostazioni, e l’inserimento delle lettere che mancavano dall’ epigrafe. Un gesto virtuoso che ne ha innescato altri come quello dell’impresa EDÌLE Simone Epi che per l’occasione è stato svolto a titolo gratuito. I lavori sono stati supervisionati da un’esperta restauratrice Lucia Gustinelli che ha consentito di ridare dignità e decoro al monumento.  «Il mio è stato solo un piccolissimo intervento che magari ne può sollecitare altri analoghi di comuni cittadini, che amano la loro città e ne hanno a cuore storia, tradizioni,  identità».

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