Rischio idraulico. Tavernelli e Domenichini: "il parco della Scatorbia sarà, dove possibile, rinaturalizzato"

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07 Novembre 2017

Vaschi e Scatorbia al centro di un interrogazione del Pd sul rischio idraulico. A firmarla sono i consiglieri Luciano Tavernelli e Luciano Domenichini: “La parte strutturale del nuovo Prg, oltre il fiume Tevere, affronta con puntualità, le problematiche relative ai due principali fiumi a carattere torrentizio che attraversano il nostro comune, in particolare riguardo il torrente Vaschi e Scatorbia, classificati con un rischio alto nel Piano dell’assetto idrogeologico”. “Mentre per il Torrente Scatorbia, non risultano essere stati effettuati lavori recenti, la Scatorbia, risulta essere l’unico torrente tombato, nella sua parte finale, che attraversa la nostra città. Risulta, essere ricoperto nella parte tombata da strade, edifici, parcheggi, aree private, e trasformato in canale sotterraneo. Questo, se in altri periodi poteva essere una soluzione per la residenza e la sicurezza in fatto di igiene ambientale, oggi, diventa un probabile pericolo sul quale deve essere concentrata massima attenzione. Se infatti dovesse aumentare, il volume di acqua del bacino idrografico del torrente, e la luce disponibile non risultasse sufficiente per il deflusso, anche a causa di ostruzioni interne di ramaglie o altro, il rischio di esondazione su di una parte importante della città sarebbe un rischio elevato.

E’ fondamentale che il nuovo Prg contempli interventi per una mitigazione del rischio di piena con un insieme di provvedimenti, di tipo strutturale e non, atti a ridurre la frequenza e l’impatto degli eventi alluvionali che con i cambiamenti climatici in corso, rendono sempre più probabili, eventi una volta assolutamente rari”. “Per il Vaschi è stato fatto un importante intervento, visto che era una zona già abitata” ha risposto l’assessore all’urbanistica Rossella Cestini. “Per quanto riguarda la Scatorbia, una parte è stata regimata ed una è tombolata. Sopra ci sono case e la strada. L’intervento, anche se non giustifica, non è opera del Comune ma del Provveditorato negli anni 1960-1970. Dove è stato tombolato non è possibile pensare ad una riapertura ma ad una riqualificazione. Negli altri tratti è già stato manutenuto e ripulito, nella direzione di un parco fluviale che dal centro arriva fino a Fontecchio. Il piano operativo metterà in evidenza anche il Parco della Scatorbia”. “Le nuove generazioni neanche sanno che Città di Castello è attraversato da questi torrenti. Il sogno è la rinaturalizzazione, Però nella parte che coincide con la zona ex Sogema, adiacente a Piazza Burri, qualche miglioria può essere valutata” ha detto Tavernelli.

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