Presentata dalla Lega Nord un'interrogazione sul caso di scabbia registrato in una scuola di Città di Castello

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21 Dicembre 2017

Sul caso di scabbia a Città di Castello, la Lega ha presentato un’interrogazione al consiglio comunale, che è stata illustrata dal capogruppo Riccardo Marchetti lunedì 18 dicembre 2017. Il documento parte dal caso che si è registrato in una scuola tifernate, chiedendo conferma, la nazionalità dei bambini, dopo quanto tempo sono stati informati i genitori e quali accorgimenti le autorità competenti intendono prendere, perché non si ripeta.

 

 

"Vorrei che il sindaco in qualità di responsabile della sanità pubblica e l’assessore alla scuola Rossella Cestini si prendessero le proprie responsabilità politiche davanti a quei genitori che, a quanto mi risulta, sono stati avvertiti con diverso ritardo dalla segnalazione del caso stesso. Sono consapevole - aggiunge Marchetti - delle buone intenzioni della Asl e della dirigenza scolastica, ma non esiste un protocollo in questi casi? Senza scatenare inutili allarmismi - conclude Marchetti - la mia interrogazione nasce dalle preoccupazioni delle famiglie. Come rappresentante politico ho incontrato diversi genitori coinvolti nella questione, li ho ascoltati, ho letto le carte in loro possesso e tratto le mie conclusioni: questa vicenda poteva essere meglio gestita da parte delle autorità competenti”.

L’assessore alle Politiche educative Rossella Cestini ha detto di notare “la solerzia della Lega Nord in alcune questioni non primarie. L’autorità sanitaria del sindaco entra in merito a epidemie gravi non episodi che posso accadere negli ambienti scolastici. Per casi di pedicolosi non scatta l’allarme e così per la scabbia. La Asl ha comunque subito coinvolto la scuola e dato informazione alle famiglie. La nazionalità dei bambini è ininfluente, non cambierebbe niente. Quando le informazioni arrivano è chiaro che nascano preoccupazioni a volte anche infondate ma le procedure sono state seguite con tempestività”. “Non si può paragonare la scabbia ai pidocchi. I tempi non sono stati rispettati: dal lunedì le famiglie hanno saputo il mercoledì, ben oltre il periodo di incubazione. Se c’è un problema di salute pubblica, guardiamo dove abitano, per questo era importante la nazionalità. Non mi ha dato nessuna risposta se non che la scabbia è come il raffreddore. La ripresenterò in forma scritta e pretendo le risposte che non mi ha dato”. 

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