Piano di sviluppo rurale in Umbria: I 5 Stelle polemizzano perchè il tabacco riceve più contributi dell’olivicoltura.

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05 Gennaio 2019

Economia e ambiente, un rapporto molto complicate, anche nelle pubbliche istituzioni: ne fa fede una polemica nata in Umbria e strettamente legata all’economia Agricola dell’Alta Valle del Tevere. Infatti “in Umbria il tabacco continua a contare più dell’olivo”, e dunque “anno nuovo, vecchie prassi:”. È quanto dichiarano I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, annunciando atti ispettivi sull’argomento. E questo perchè anche nel 2019 il contributo al tabacco continua a essere più alto di quello corrisposto a chi coltiva olivi. Una scelta non in linea con le politiche nazionali ed europee sul tabagismo. La domanda che I pentastellati pongono è sempre quella: “si può incentivare la coltivazione biologica per un prodotto che comporta una serie di patologie, tra cui un accertato rischio di cancro?”. “Inoltre – proseguono - calano gli aiuti per le colture, incluse quelle veramente di frontiera per difficoltà di coltivazione e scarsa redditività. Né si tiene assolutamente conto della loro utilità sociale e ambientale rispetto alla fragilità dei territori e alla loro vocazione storica. Infatti è stata pubblicata la determina dirigenziale che aggiorna gli aiuti europei per gli agricoltori che si sottopongono a regimi integrati e biologici, aiuti fortemente rivisti a ribasso. Sarebbe sufficiente già questo per smascherare l'ipocrisia dei buoni propositi dell'ecosostenibilità delle produzioni , sempre sbandierati da una Giunta regionale che dice di voler ‘valorizzare in Umbria coltivazioni a impatto zero o minimo e di qualità, unico modo per rendere l’agricoltura competitiva rispetto alle altre Regioni Italiane’”. 

 

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