Pandemia, Bacchetta: «In ospedale più letti in terapia intensiva e area Covid»

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11 Gennaio 2021

Le percentuali dei positivi al Covid 19 nel comune sono importanti e richiedono la massima prudenza.

E' il quadro che ha tratteggiato il sindaco Luciano Bacchetta nel quotidiano bollettino.

«Ieri - ha detto - abbiamo avuto dieci persone guarite e otto nuovi positivi, un piccolissimo saldo attivo, in un contesto però particolarmente complesso dal punto di vista dei numeri, perché le 100 positività di Muzi Betti hanno pesantemente condizionato le percentuali del nostro territorio».

Il primo cittadino evidenzia come «al ‘drive through’ di Cerbara anche oggi siano stati effettuati molti tamponi, a testimonianza che il raggio di intervento dell’Usl Umbria 1 si va allargando, perché, in presenza di una percentuale considerevole di persone positive, sono molti anche coloro che si trovano in isolamento».

In merito alla situazione dell’Asp Muzi Betti Bacchetta ha reso noto che «nel pomeriggio verranno effettuati i primi tamponi per le persone positive della prima ondata del contagio nella struttura e speriamo che arrivino segnali significativamente buoni».

«Nel frattempo – ha aggiunto - oggi e domani verranno effettuati tamponi agli ospiti e agli operatori sanitari finora negativi, per i quali, in caso di conferma di assenza di contagio da Covid-19, inizieranno immediatamente le vaccinazione, proseguendo nell’iter già avviato nella struttura».

Il sindaco ha fatto poi riferimento alla necessità di «costruire un percorso nel quale, di fronte a una ipotetica crescita del numero di persone che potrebbero essere ricoverate, vi sia in ospedale un adeguato numero di posti letto».

«Il reparto Covid e la terapia intensiva Covid dell’ospedale di Città di Castello  sono sostanzialmente saturi, quindi è chiaro che sia necessario irrobustirli», ha fatto presente Bacchetta, spiegando che “verranno istituiti altri 11 posti di terapia intensiva e  verrà probabilmente ampliata anche l’area Covid, perché ci troviamo di fronte a una emergenza che, quando minaccia la stabilità delle strutture ospedaliere, rischia di diventare  drammatica».

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