Morte Ratzinger, dieci anni fa la visita a Sansepolcro

Papa Benedetto XVI fu nella città biturgense nel 2012 in occasione del millenario

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31 Dicembre 2022

La visita di Benedetto XVI a Sansepolcro nel 2012 (archivi TTV)

Papa Benedetto XVI a Sansepolcro

Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, scomparso questa mattina in Vaticano a 95 anni, fu il primo papa dopo 500 anni a visitare Sansepolcro. L'occasione fu il millenario delle prime attestazioni dell'esistenza della città e del duomo, celebrato nel 2012. Il 13 maggio, dopo la tappa ad Arezzo, l'elicottero di Ratzinger raggiunse l'aviosuperficie di Sansepolcro alle 18, accolto dalla sindaca Daniela Frullani. Il pontefice si trasferì quindi in Cattedrale, che visitò con il vescovo Fontana, don Alberto Gallorini e i canonici, soffermandosi nella cappella del Volto Santo. Alle 18.40 l’atteso incontro con la cittadinanza, accorsa in gran numero in Piazza Torre di Berta nonostante la forte pioggia.

Nel suo discorso, papa Benedetto XVI fece tra l'altro riferimento alla tradizione delle origini di Sansepolcro: “Mille anni fa, i santi pellegrini Arcano ed Egidio, di fronte alle grandi trasformazioni del tempo, si misero alla ricerca della verità e del senso della vita, dirigendosi verso la Terra Santa. Tornando, portarono con sé non solo le pietre raccolte sul monte Sion, ma la speciale idea che avevano elaborato nella Terra di Gesù: costruire nell’Alta Valle del Tevere la civitas hominis a immagine di Gerusalemme che, nel suo stesso nome, evoca giustizia e pace. Un progetto che richiama la grande visione della storia di sant’Agostino nell’opera «La Città di Dio». Quando i Goti di Alarico entrarono in Roma e il mondo pagano accusò il Dio dei Cristiani di non aver salvato Roma caput mundi, il Santo Vescovo di Ippona chiarì ciò che dobbiamo aspettarci da Dio, la giusta relazione tra sfera politica e sfera religiosa. Egli vede nella storia la presenza di due amori: «amore di sé», fino all’indifferenza per Dio e per l’altro, e «amore di Dio», che porta alla piena libertà per gli altri e ad edificare una città dell’uomo retta dalla giustizia e dalla pace”.

“Di certo questa visione non fu estranea ai fondatori di Sansepolcro”, disse ancora Ratzinger: “Essi idearono un modello di città articolato e carico di speranza per il futuro, nel quale i discepoli di Cristo erano chiamati ad essere il motore della società nella promozione della pace, attraverso la pratica della giustizia. La loro sfida coraggiosa diventò realtà, con la perseveranza di un cammino che, grazie al supporto del carisma benedettino prima e dei monaci Camaldolesi poi, è continuato per generazioni. Fu necessario un forte impegno per fondare una comunità monastica e poi, intorno alla Chiesa Abbaziale, la vostra città. Non fu solo un progetto che segna l’urbanistica del Borgo di Sansepolcro, perché la stessa collocazione del Duomo ha una forte valenza simbolica: è il punto di riferimento, a partire dal quale ciascuno può orientarsi nel cammino, ma soprattutto nella vita; costituisce un forte richiamo a guardare in alto, a sollevarsi dalla quotidianità, per dirigere gli occhi al Cielo, in una continua tensione verso i valori spirituali e verso la comunione con Dio, che non aliena dal quotidiano, ma lo orienta e lo fa vivere in modo ancora più intenso. Questa prospettiva è valida anche oggi, per recuperare il gusto della ricerca del «vero», per percepire la vita come un cammino che avvicina al «vero» e al «giusto»”.

“Cari amici”, proseguì l’allora papa, “l’ideale dei vostri fondatori è giunto fino ai nostri giorni e costituisce non soltanto il cardine dell’identità di Sansepolcro e della Chiesa diocesana, ma anche una sfida a conservare e promuovere il pensiero cristiano, che è all’origine di questa Città”. Parlando del duomo, Ratzinger disse anche che “questa Basilica è il luogo della lode a Dio di tutta la Città, la sede della ritrovata armonia tra i momenti del culto e della vita civica, il punto di riferimento per la pacificazione degli animi. E come i vostri padri seppero costruire lo splendido tempio di pietra, perché fosse segno ed appello alla comunione di vita, spetta a voi rendere visibile e credibile il significato dell’edificio sacro, vivendo in pace nella comunità ecclesiale e civile. In pieno Rinascimento, i biturgensi chiesero al pittore Durante Alberti di rappresentare Betlemme nella Chiesa madre, perché nessuno dimenticasse che Dio è con noi, nella povertà del presepio. Memori del passato e attenti al presente, ma anche proiettati verso il futuro, voi cristiani della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sapete che il progresso spirituale delle vostre comunità ecclesiali e la stessa promozione del bene comune delle comunità civili richiedono impegno per un inserimento sempre più vitale delle vostre parrocchie ed associazioni nel territorio”.

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Papa Benedetto XVI fu nella città biturgense nel 2012 in occasione del millenario