Mamma di cinque figli muore all’ospedale tifernate, donati gli organi

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22 Maggio 2021

Era mamma di cinque figli, aveva solo 46 anni, era stata colpita venerdì da un’emorragia celebrale, poi il decesso. Oggi in ospedale a Città di Castello i suoi organi sono stati donati e salveranno altre vite umane. Perché «chi salva la vita di una persona è come se avesse salvato tutta l’umanità»: le parole scritte nel Corano (Sura 5 versetto 32), lette dai familiari della donna, di fede islamica, nel dare l’assenso all’espianto degli organi (fegato, un rene e le cornee). All’ospedale di Città di Castello è stato così effettuato con successo un prelievo multiorgano su questa paziente di 46 anni, «le cui condizioni cliniche erano tali da garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente per la valutazione di un'eventuale donazione di organi e tessuti», si legge in una nota della Usl. Il prelievo è stato possibile perché nella giornata di venerdì 21 maggio era stata segnalata alla direzione dell’ospedale tifernate la presenza di questa donna le cui condizioni erano compatibili per eventuali trapianti. I familiari, nonostante il dolore di un momento così terribile, hanno fornito il loro consenso a procedere confortati, anche dai principi della religione islamica. Immediatamente, come dettato dalla normativa, è stato attivato il previsto Collegio Medico quindi il Centro Regionale Trapianti e le complesse e delicate fasi valutative si sono concluse con il prelievo del fegato (da parte del Policlinico di Milano), di un rene (da un'equipe dell'ospedale di Ancona) e delle cornee (effettuato dall’unità operativa di oculistica dell’ospedale di Città di Castello e che poi saranno inviate alla ‘Banca dei tessuti’ della Regione Marche). Nello svolgimento delle varie fasi, è stata necessaria un'azione coordinata da parte di vari soggetti che - a livello nazionale, regionale e locale - hanno collaborato in maniera rapida e efficace. Importante il ruolo del Centro regionale Trapianti e del suo direttore, il dottor Atanassios Dovas, nonché di tutti gli operatori del presidio sanitario dell’Altotevere, impegnati direttamente nella gestione di questo caso. Un pubblico ringraziamento da parte della Usl 1 alla comunità islamica per aver concesso il proprio assenso al prelievo, in un tale momento di dolore, permettendo così ad altre persone di poter continuare a sperare

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