Lotta alla povertà, stanziati 130 mila euro per Caritas

L’iniziativa dei comuni altotiberini della Zona Sociale 1; cresce il numero delle persone in difficoltà

11 Ottobre 2023

Nelle interviste: Benedetta Calagreti, Assessore Politiche sociali; mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello

cdc firma convenzione caritas

La firma della convenzione

Lotta alla povertà e disagio sociali: sono stati stanziati 130 mila complessivi per il triennio 2023-2023 in favore di Caritas. L’iniziativa deriva dai comuni della Zona Sociale 1 dell’Altotevere che così tendono una mano alla struttura della diocesi tifernate sempre più alle prese con emergenze e persone da assistere nei bisogni di primaria sussistenza. Una vera e propria convenzione a contrasto della povertà alimentare, sottoscritta in comune, alla presenza del sindaco, Luca Secondi, dell’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti, la responsabile dell’ufficio di cittadinanza, Lorenza Scateni, e per la diocesi, il vescovo, monsignor, Luciano Paolucci Bedini ed il direttore della Caritas, Gaetano Zucchini.

Il territorio dell’Altotevere umbro, dove si inserisce l’azione di Caritas Città di Castello, è caratterizzato da lungo tempo da situazioni di gravi marginalità: l'instabilità finanziaria ha inasprito una situazione di precarietà già consolidata nel corso dell'emergenza sanitaria precedente, obbligando Caritas - e in generale il mondo dell’assistenza sociale – a cercare soluzioni immediate ed efficaci per supportare le situazioni più gravi di marginalità.

Ad avvalorare la situazione di emergenza sociale sono i dati relativi alla distribuzione di alimenti da parte della Caritas dallo scorso gennaio ad oggi. Nei primi nove mesi del 2023 (si stima un + 5% di beni alimentari rispetto ai dati 2022): Olio 1.300 Lt, Latte 4.100 Lt, Legumi 1500 Kg, Pasta 2.000 Kg, Riso 930 Kg, Passata 750 Kg. Il valore corrispondente alla totalità dei beni è pari a oltre 89 mila euro, a cui va aggiunto un valore figurativo di alimenti recuperati e donati di circa 50 mila euro. In questi primi mesi del 2023 ne hanno beneficiato 1138 persone: 256 persone di nazionalità italiana e 882 stranieri, prevalentemente donne (596) e 364 minori. Nell’anno 2022, questi beni erano stati distribuiti a 439 famiglie per un totale di 1279 persone. Numeri in crescita, quindi, che parlano di una emergenza economica e sociale che si sta aggravando.

Lo descrivono anche i dati della mensa diocesana, aperta 6 giorni su 7. La struttura fornisce pasti in presenza (numero variabile compreso fra i 30 e le 40 persone a pranzo) e da asporto per circa 35 famiglie; la fornitura dei beni alimentari per la preparazione dei pasti proviene in gran parte dalla trasformazione delle eccedenze alimentari recuperate grazie alle convenzioni stipulate con la grande distribuzione, necessariamente integrati da acquisti mirati e dalle forniture provenienti dall’esperienza della Cooperativa agricola biologica sociale Le Cascine (opera segno di Caritas Diocesana).

Un supporto concreto arriva anche dalla recente collaborazione con la Scuola Bufalini nonché la presenza di numerosi volontari che giornalmente, generosamente e gratuitamente dedicano il loro tempo alle finalità preposte. Il sostentamento economico complessivo di tali attività deriva dai contributi della Chiesa Cattolica Italiana, della Diocesi, dalle donazioni di privati cittadini ed imprese, nonché dal contributo dei Comuni della Zona Sociale grazie alla stipula della convenzione specifica.

Il Comune di Città di Castello, in qualità di capofila della Zona Sociale 1, in nome e per conto dei Comuni ad essa afferenti, è scritto nella convenzione si impegna inoltre nell’ambito del territorio zonale per lo sviluppo di forme di sostegno e integrazione sociale per le persone in estrema povertà e a rischio di povertà ed emarginazione sociale, a favorire l’invio di persone e famiglie in condizioni di difficoltà alla mensa e all’emporio, compartecipare alle spese di gestione, promuovere le diverse iniziative realizzate con gli strumenti e i canali a disposizione delle amministrazioni quali comunicati stampa, sito internet, indicare un operatore che faccia da referente al fine di garantire il miglior rapporto possibile tra i progetti effettuati dal Servizio Sociale e quelli dell’ODV/APS, partecipare alla valutazione delle richieste da parte degli utenti e a ogni altro momento di confronto ritenuto utile e significativo e partecipare ai periodici incontri di monitoraggio, analisi del progetto e valutazione dei risultati.

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L’iniziativa dei comuni altotiberini della Zona Sociale 1; cresce il numero delle persone in difficoltà